«Il sistema giochi va riformato». L’affondo di Fico sulle concessioni

«Il sistema giochi va riformato». L’affondo di Fico sulle concessioni
«Il sistema giochi va riformato». L’affondo di Fico sulle concessioni
di Michele Di Branco
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Sabato 11 Settembre 2021, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 11:29

Una riforma che tuteli i cittadini dal rischio del gioco compulsivo. E un rapporto più equilibrato tra le risorse che ne ricava lo Stato e i ricchi compensi che finiscono nelle tasche dei concessionari. Nel giorno in cui l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (Adm) presenta il “Libro Blu” sull’attività dello scorso anno (bene il gettito erariale e l’attività di contrasto alla contraffazione), Roberto Fico ripropone l’esigenza di un cambio di rotta nel settore dei Giochi pubblici e delle scommesse. «Credo che Parlamento e governo – ha spiegato il presidente della Camera – debbano valutare con urgenza una riforma organica che sappia meglio contemperare la tutela di tutti gli interessi, a partire da quello della salute dei cittadini che è e deve essere la priorità». A giudizio del numero uno di Montecitorio «si tratta di un settore di grande delicatezza, in cui si fatica da decenni a trovare un equilibrio tra gli interessi dell’Erario, che ricava un gettito significativo, e la tutela dei cittadini, soprattutto minori, dai rischi della ludopatia». Fico ha riconosciuto che Adm si batte con energia per contrastare i fenomeni di illegalità, tra i quali le truffe online, il gioco illegale su siti web irregolari e l’elusione del divieto di gioco ai minori. Al tempo stesso, tuttavia, proprio dal documento presentato dall’amministrazione controllata dal ministero dell’Economia, emerge come il quadro normativo in materia di Giochi sia estremamente complesso e frammentato per il susseguirsi di numerose modifiche normative e per l’assenza di una visione organica. 

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I privilegi

Una visione organica che non potrà non considerare la sproporzione tra le concessioni.

Ce ne sono alcune i cui margini di guadagno per i privati che le gestiscono sono particolarmente generosi, a fronte degli scarsi rischi e dei pochi investimenti legati al settore. Come il Gratta&Vinci, che assicura un aggio all’Igt del gruppo De Agostini del 3,9% l’anno su una raccolta media di oltre 9 miliardi. Una concessione tra l’altro rinnovata per legge, senza ridare la possibilità al mercato (che pure si era detto interessato a entrare nella gestione del gioco), la possibilità di confrontarsi. Sisal, una delle società che aveva fortemente protestato per il rinnovo senza gara della concessione (rinnovo la cui legittimità è stata comunque confermata nei giorni scorsi dalla Corte di giustizia) ha invece visto mettere all’asta la gara del Supernalotto, il gioco da lei gestito. Una gara per aggiudicarsi la quale e fronteggiare proprio l’offensiva di Igt, ha dovuto offrire un aggio solo dello 0,5 per cento. 

Per il settore, intanto, quello passato non è stato l’anno migliore. Nel 2020 tutti i comparti dei Giochi hanno registrato una forte diminuzione rispetto al 2019, causata soprattutto dalla situazione di emergenza sanitaria da Covid: -20% per la raccolta, -17,2% per le vincite, -33,2% per la spesa e -36,2% per l’Erario. 

Si tratta, tuttavia, della sola zona d’ombra nelle diverse attività dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, il cui impegno ha assicurato 62,4 miliardi di euro di gettito alle casse dello Stato. Nel dettaglio, dai dazi e dall’Iva sono stati ricavati quasi 12 miliardi, dai tabacchi 14 miliardi, dai giochi (prelievo erariale, utile erariale e imposta unica) 7,2 miliardi. Il contributo più cospicuo arriva da energia e alcolici, a titolo di accisa e altre imposte minori, pari a 29,10 miliardi di euro. L’attività di controllo ha permesso il sequestro di 85 milioni di prodotti con un incremento del 619% rispetto al 2019. «Un costante controllo delle frontiere terrestri, portuali e aeroportuali – ha rivendicato Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia e protagonista di una forte modernizzazione delle sue varie articolazioni – hanno consentito di garantire adeguati approvvigionamenti al Paese e soprattutto la salvaguardia da prodotti contraffatti e pericolosi per la salute». E ancora: «Sapevo di iniziare una sfida importante ma non potevo immaginare il ruolo nevralgico che l’Agenzia avrebbe rivestito per la tutela della salute, la sicurezza dei cittadini e il contrasto ai gravi reati in materia di traffico di merci e di valuta derivati dell’emergenza pandemica». Minenna ha però invocato il sostegno del Parlamento. «Ci stiamo misurando con la Brexit, la guerra dei dazi, la via della Seta, la logistica e quello che era vero nel 2000 oggi è completamente falsificato: serve un’evoluzione organizzativa verso un modello di autorità che sia al passo coi tempi» ha osservato ribadendo la necessità di semplificare e ridurre le 3.500 norme che disciplinano il settore. 

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