Subito le misure d’emergenza per abbassare i costi in bolletta, poi, nei prossimi mesi, gli interventi strutturali di riforma del mercato dell’energia. Ma sul tetto al prezzo del gas l’Europa spaccata continua a prendere tempo.
Tagli alla corrente elettrica, la beffa delle pompe di calore. «Non sarà facile riscaldarsi»
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha affidato ieri al suo annuale discorso sullo stato dell’Unione, dal podio dall’emiciclo del Parlamento europeo di Strasburgo, l’illustrazione del piano contro il caro-energia. Giacca gialla e blusa blu - i colori dell’Ucraina e della bandiera Ue, scelti anche da una nutrita pattuglia di commissarie europee -, von der Leyen ha delineato la sua visione per un’Ue più autonoma, e ribadito il sostegno incondizionato alla resistenza di Kiev di fronte all’invasione russa. Lo ha fatto in un’Aula carica di simbolismo e nel segno dell’Europa delle donne che sfidano Putin «nella contesa fra democrazia e autocrazia»: ospite d’onore al banco della presidenza, al fianco della numero uno dell’Eurocamera Roberta Metsola, c’era infatti la first lady ucraina Olena Zelenska.
I TRE PILATRI
Ieri il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che si aspetta una proposta sul tetto entro fine mese, nelle stesse ore in cui von der Leyen faceva invece riferimento alla necessità di intavolare dialoghi bilaterali con i Paesi produttori che sono fornitori affidabili, come la Norvegia, e alla volontà di presentare un «benchmark per il prezzo del gas più rappresentativo» e alternativo al volatile Ttf olandese. La presidente dell’esecutivo Ue ha poi segnalato la volontà di «eliminare il ruolo eccessivo» che ha il metano nella determinazione del prezzo dell’elettricità: si tratta della riforma del mercato dell’energia relativa al disaccoppiamento tra gas e corrente che Bruxelles proporrà al più tardi a gennaio, ma che seguirà il classico (e lungo) iter procedurale dell’Unione.
LA TRATTATIVA
«Proposte ancora approssimative», le bolla a fine seduta il capogruppo dei Conservatori Raffaele Fitto, convinto che sul Pnrr servirà «una flessibilità che tenga conto del fatto l’analisi di contesto è del 2019»; mentre alla leader della Sinistra, la francese Manon Aubry, che in Aula porta una bolletta pazza, von der Leyen risponde con stizza: «Mandatela al Cremlino. È da lì che arrivano».
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