Franchetti: Borsa è propulsore trasparente di crescita, pronti a M&A

Franchetti: Borsa è propulsore trasparente di crescita, pronti a M&A
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Giovedì 29 Settembre 2022, 13:00
(Teleborsa) - Franchetti, gruppo attivo nel campo della gestione, diagnostica e manutenzione predittiva delle infrastrutture, vede un mercato in grande crescita: in Italia ancora trainato dall'emergenza e dalla necessità di mettere in sicurezza ponti e viadotti, mentre all'estero trainato dall'innovazione, con l'intelligenza artificiale e l'analisi predittiva dei dati sempre più richieste dai grandi gestori di infrastrutture. Per questo motivo ha scelto di quotarsi a Piazza Affari, con le risorse raccolte dell'IPO che serviranno a investire in ricerca e sviluppo, assumere personale qualificato e acquisire società, sia in Italia che all'estero.

Per la società, la Borsa è insomma "un enorme propulsore trasparente di crescita", spiega a Teleborsa Paolo Franchetti, presidente e amministratore delegato della società fondata nel 2013 ad Arzignano (VI) e che ha già operato su oltre 38.000 ponti equivalenti autostradali e ferroviari in tutto il mondo.

"Siamo una piccola società che, secondo noi, ha un potenziale molto importante, ma da soli non possiamo crescere al ritmo che ci siamo prefissati - afferma l'AD - Avremmo potuto chiedere aiuto a delle istituzioni finanziarie oppure attraverso fondi di private equity, ma abbiamo scelto la Borsa perché è trasparente, dovrebbe premiare l'innovazione, ci controlla ma ci lascia autonomia gestionale, e ci permette di perseguire un percorso di crescita sia attraverso un miglioramento della struttura manageriale che attraverso acquisizioni in Italia che all'estero".

In fase di collocamento (avvenuto al prezzo di 3 euro per azione ordinaria), Franchetti ha raccolto 2,2 milioni di euro, escludendo il potenziale esercizio dell'opzione di over-allotment. In caso di integrale esercizio dell'over-allotment, l'importo complessivo raccolto sarà di 2,5 milioni di euro.

Le aree di business e la crescita

L'attività si articola in due principali linee di business: servizi ICT di programmazione predittiva della manutenzione delle infrastrutture; servizi di diagnosi e terapia per la manutenzione delle infrastrutture con ispezioni e valutazioni, progettazione degli interventi e direzione lavori. Nel 2021 la prima Business Unit ha realizzato il 20% del fatturato consolidato, mentre la seconda Business Unit l'80%. L'EBITDA margin è invece stato, rispettivamente, pari al 39% e al 23%.

Questo mix potrebbe però cambiare, anche se fare previsioni sul settore non è facile a causa della sua grande crescita e del fatto che sia dipendente dalla scelte degli Stati e di grandi gruppi. Franchetti sottolinea che in Italia, dopo il crollo del Ponte Morandi, "c'è stata una corsa, in emergenza, alla diagnosi e terapia dei ponti da parte di tutti i concessionari autostradali. Pertanto è normale che questo settore sia predominante in questo periodo in Italia. All'estero è invece predominante l'altro settore, quello più innovativo, e ci aspettiamo che i servizi più innovativi che crescano in modo superiore rispetto agli altri".

Nel suo complesso il gruppo ha realizzato nel 2021 ricavi consolidati per circa 4 milioni di euro (+74% rispetto all'anno prima), di cui il 77% generati in Italia e il 23% in Brasile. L'EBITDA è stato pari a quasi 1,2 milioni di euro (+257% con un EBITDA Margin al 28%) e l'utile netto pari a 668 mila euro (+270%).

I clienti sono leadplayers nazionali e internazionali, pubblici e privati, nella gestione delle infrastrutture stradali e ferroviarie. I clienti sono concessionari di lunga durata (tipicamente oltre i 20 anni) di intere porzioni di rete infrastrutturale, e ciò determina la continuità del rapporto instaurato fra Franchetti e il singolo cliente. Alla data di ammissione in Borsa, il valore del portafoglio ordini fino al 31 dicembre 2024, elaborato sulla base dei dati gestionali del gruppo, risulta pari a 13,8 milioni di euro.

Lo sguardo rivolto all'estero

I mercati esteri rimangono di grande importanza per la crescita della società. "Il Brasile è un mercato straordinariamente ampio e in assoluta espansione, e lo dimostrano anche i successi di Gavio e di altri gruppi interazionali che si aggiudicano nuove concessioni. Inoltre, ci sono fondi canadesi e americani che investono nelle concessioni, ed è quindi un mercato educato, professionale e molto evoluto". Occasioni dovrebbero presentarsi anche negli Stati Uniti, dove il piano da 1 trilione di dollari dell'amministrazione Biden è diretto nella maggior parte a infrastrutture esistenti, anche se manca ancora l'attuazione.

Non tutti i mercati esteri sono però adatti. "I nostri mercati di riferimento sono le economie avanzate, perché sono quelle dotate delle più grandi reti infrastrutturali - spiega - Inoltre, devono anche avere delle caratteristiche geografiche che presuppongano la presenza di determinati ponti. In generale vedo comunque un'esplosione della necessita di manutenzione nelle infrastrutture viarie e ferroviarie nei prossimi anni".

La crescita per linee esterne

Il capitale raccolto permetterà al gruppo di investire in ricerca e sviluppo e competenze, ovvero migliorare la struttura manageriale. Inoltre, intende crescere anche per linee esterne, in Italia e all'estero, ad esempio in paesi quali il Brasile e il Canada dove è già presente e dove mira a cogliere le ampie potenzialità di sviluppo.

"Ci sono tantissime società che hanno bravissimi ingegneri e sono composte da professionalità di altissimo livello, ma che per qualche motivo non funzionano bene - risponde l'imprenditore a una domanda sui potenziali target - Un esempio sono quelle con una gestione non manageriale che hanno avuto un difficile passaggio generazionale, e quindi si prestano ad eventuali acquisizioni".

"Ne stiamo valutando qualcuna, e siamo andando a fondo su alcune, e infatti la maggior parte della raccolta la vogliamo destinare all'acquisizione di aziende che siano compatibili con noi e ci permettano di crescere geograficamente - aggiunge - Anche perché i ponti sono sparsi nel territorio e abbiamo bisogno di presenza locale vicino agli asset".

Nonostante voglia andare ad acquisire altre realtà, Franchetti è stata più volte il bersaglio di grandi gruppi, con l'AD che ammette di essere stato "approcciato tantissime volte", ma di avere sempre detto no per due motivi. Il primo è che l'azienda non aveva ancora, e non ha tuttora, sviluppato tutto il suo potenziale, e quindi era in fase embrionale. Il secondo è che il fondatore crede che "questa competenza specifica che abbiamo non è nelle corde di tutti e non è solo una questione di soldi ma anche di strategie aziendali: rischi, se vieni acquisito, che venga stravolta la strategia e che magari venga buttato quello su cui hai lavorato tutta la vita".
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