Manovra, multe su Pos posticipate a luglio 2020. Intesa su carcere evasori in dl fisco. Superbonus Befana nel 2021

Manovra, multe su Pos posticipate a luglio 2020. Intesa su carcere evasori in dl fisco
Manovra, multe su Pos posticipate a luglio 2020. Intesa su carcere evasori in dl fisco
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Lunedì 21 Ottobre 2019, 21:02 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 07:57

L'applicazione obbligatoria di sanzioni sui Pos, a quanto si apprende, è posticipata al luglio del 2020, nell'attesa di un accordo sull'abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito. L'accordo, si apprende ancora, vede la soddisfazione del M5S. «Così non si criminalizzano i commercianti», viene spiegato.

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La stretta sul carcere agli evasori arriverà con il decreto fiscale. È questo, secondo quanto si apprende, uno dei punti su cui si è trovata una intesa in maggioranza. Le norme entrerebbero in vigore però alla data di conversione del decreto. Si va verso un allentamento della stretta sulla flat tax per le partite Iva, in arrivo con la manovra. In particolare la maggioranza avrebbe trovato l'intesa per mantenere, per chi ha redditi entro i 65 mila euro, il regime pienamente forfettario, senza introdurre il calcolo analitico del reddito. Ma resterebbe ancora da sciogliere il nodo degli altri paletti per l'accesso al regime, a partire dal tetto alle spese per gli investimenti.

«Da un minimo di 4 anni a un massimo di otto» di carcere per i grandi evasori partendo da una «somma evasa di 100 mila euro». Lo sottolinea il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede spiegando, al termine del vertice di maggioranza sulla manovra, i punti della norma sul carcere ai grandi evasori che sarà inserita nel decreto fisco.

Il superbonus della Befana arriverà a gennaio 2021 e premierà le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020. È questo, secondo quanto spiegano fonti di Palazzo Chigi, lo schema allo studio per introdurre il meccanismo di cashback per chi fa acquisti tracciabili in settori ad alto rischio evasione. Le risorse a disposizione restano tre miliardi, che si tradurrebbero in un bonus tra i 300 e i 500 euro che dipenderà anche dalla platea: l'ipotesi è che l'uso raddoppi, passando dagli attuali 6-7 milioni di utenti a 15 milioni. Il superbonus in arrivo con la manovra sarà un ritorno del 19% sulle spese effettuate con carte e bancomat in alcuni settori specifici, dalla bellezza ai motori. Nell'elenco, ancora in via di definizione, entrerebbero quindi parrucchieri ed estetista, ma anche officine ed elettrauto, oltre a elettricisti e idraulici e ai ristoranti. Ma l'obiettivo, spiegano fonti di Palazzo Chigi, sarebbe quello di stilare una lista più ampia possibile, che includa, ad esempio, anche medici e dentisti.

L'entità del superbonus, insomma, dipenderà dalla stima della platea che utilizzerà carte e bancomat, che si presume aumenti sensibilmente. Il calcolo del premio partirà dalle spese di luglio da un lato, spiegano sempre a Palazzo Chigi, perché tutto il pacchetto di lotta all'evasione contenuto nel decreto fiscale e in manovra diventerà operativo da metà anno (slittano infatti sia il tetto al contante sia le multe per chi non accetta pagamenti con il Pos), ma anche per la necessità tecnica di organizzare la piattaforma che incrocerà i dati sugli acquisti in arrivo dai circuiti dei pagamenti elettronici. Il meccanismo del superbonus, infatti, dovrebbe funzionare come un vero e proprio cashback, che gli stessi operatori potrebbero accreditare direttamente sulle carte, e non come una detrazione da incassare in dichiarazione dei redditi.


Si va verso un allentamento della stretta sulla flat tax per le partite Iva, in arrivo con la manovra. In particolare la maggioranza avrebbe trovato l'intesa per mantenere, per chi ha redditi entro i 65 mila euro, il regime pienamente forfettario, senza introdurre il calcolo analitico del reddito. Ma resterebbe ancora da sciogliere il nodo degli altri paletti per l'accesso al regime, a partire dal tetto alle spese per gli investimenti. 

Bonafede. «È un risultato importante per il Paese e per tutti i cittadini che pagano le tasse, un segnale inequivocabile per i grandi evasori che sottraggono risorse alla collettività». Lo afferma, al termine del vertice di maggioranza sulla manovra, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, commentando l'inserimento nel testo del dl fisco del carcere e della confisca per i grandi evasori.

Di Maio. «Ho due buone notizie per imprenditori, commercianti, artigiani e per tutti gli italiani onesti: il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S. E anche la confisca per sproporzione entra nel decreto legge. Le multe sul mancato uso del Pos sono posticipate al luglio del 2020, nell'attesa di un accordo sull'abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito e dei dispositivi per il pagamento». Lo scrive Luigi Di Maio su Fb, dove aggiunge: «il M5S non molla mai!». E poi. «Ambedue le norme entreranno in vigore dopo la conversione in legge da parte del Parlamento. D'ora in avanti chi evaderà centinaia e centinaia di migliaia di euro sarà finalmente punito con il carcere. Colpiamo i pesci grossi. Per la prima volta uno Stato forte con i forti e non più forte con i deboli! Uno Stato che non ha più paura e che ritrova il coraggio di lottare contro i colossi! Finalmente tocchiamo gli intoccabili», scrive il ministro degli Esteri che sul posticipo delle sanzioni sul mancato uso dei Pos aggiunge: «Avevamo detto che sarebbe stato ingiusto colpire migliaia di commercianti prima di non aver provveduto ad abbassare i costi delle commissioni bancarie e siamo riusciti a bloccare il provvedimento. Quindi prima si lavora sulle commissioni e poi si ragiona sul resto. Così non criminalizziamo i commercianti e difendiamo migliaia di attività sul territorio nazionale».

Franceschini. «L'intesa sull'inasprimento delle norme per i grandi evasori adempie al punto 16 del programma di governo e rientra nella strategia di lotta all'evasione centrale per il governo. Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze». Lo afferma il capo delegazione del Pd Dario Franceschini.


 

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