Commercialisti, dura lettera al Governo: "Sbagliato penalizzare i professionisti con reali competenze"

Commercialisti, dura lettera al Governo: "Sbagliato penalizzare i professionisti con reali competenze"
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 18:57

I presidenti degli Ordini dei dottori commercialisti di Milano, Marcella Caradonna, Torino, Luca Asvisio, e Bari, Elbano de Nuccio, hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, e al sottosegretario Francesco Sisto in merito alla Circolare dello scorso 29 dicembre 2021, con la quale il ministero ha fornito le linee di indirizzo agli Ordini professionali per l’attività di selezione delle domande per il primo popolamento degli elenchi regionali degli esperti indipendenti nella composizione negoziata della crisi d’impresa.

“Ci siamo fatti portatori delle istanze dei colleghi perché l’interpretazione della norma da parte del ministero è eccessivamente rigida - dichiara de Nuccio – non valorizzando adeguatamente le competenze in materia economico-aziendale che caratterizzano la professione del commercialista ed escludendo, addirittura, i curatori se pur con le esperienze necessarie a svolgere il ruolo. Confidiamo in un riscontro positivo anche alla luce dell’obbligo del percorso formativo che la norma richiede per una conoscenza adeguata della procedura”.

“L’esperto nella composizione negoziata della crisi – spiega Asvisio - come ben spiega la relazione illustrativa del D.L. 118/21, attribuisce all’esperto il ruolo di figura terza e indipendente chiamata a verificare la funzionalità e utilità delle trattative finalizzate al risanamento e quindi non si comprende perché, le linee guida del ministero da poco emanate, limitano l’accesso all’elenco solo a coloro che hanno ricoperto in almeno due occasioni l’incarico di commissario giudiziale, attestatore o advisor”.

“Abbiamo chiesto alla ministra Cartabia e al sottosegretario Sisto di rivedere questo approccio eccessivamente rigido anche in relazione all’alto numero di imprese che si ritiene cercheranno di usufruire dello strumento – afferma Caradonna – e un blocco come quello ipotizzato rischia di creare problematiche nella gestione dello strumento limitandone l’efficacia e la diffusione proprio in un momento come questo dove, invece, ve ne è più bisogno”.

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