Dichiarazione dei redditi, ecco perché le spese per il 730 devono essere tracciabili. Le novità e le scadenze

Le regole per la Dichiarazione dei redditi fissate dall'Agenzia delle Entrate
Le regole per la Dichiarazione dei redditi fissate dall'Agenzia delle Entrate
di Roberta Amoruso
5 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Aprile 2023, 19:23 - Ultimo aggiornamento: 19:59

Al via la stagione della Dichiarazione dei redditi. Ma attenzione, la tracciabilità delle spese è importante ai fini della dichiarazione dei redditi per il modello 730. L’obiettivo è quello di rendere effettive le agevolazioni fiscali previste per determinati tipi di spesa. La tracciabilità delle spese è stata introdotta nel 2020 con la Legge di Bilancio, ed è confermata anche per quest’anno. In particolare, il legislatore ha previsto che le spese detraibili con il modello 730 devono necessariamente essere pagate con la tracciabilità. Questo vuol dire che da allora non è più consentito pagare in contanti e presentare ai fini di detrazione fiscale uno scontrino relativo al pagamento. Per procedere con una corretta presentazione del modello 730 e delle relative spese da detrarre, bisogna effettuare tutti i pagamenti con un sistema tracciabile. Versamenti postali o bancari, carte prepagate, di debito, bancomat, assegni o transazioni virtuali sono accettati. 

Le ragioni

La misura messa in atto dal 2020 prevede l’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili al fine della presentazione delle spese nel modello 730, escludendo i pagamenti in contanti. Questo vuol dire che, nel caso in cui si acquisti qualcosa che va poi detratto dalle spese, questo deve essere pagato tramite bancomat o altro metodo virtuale. All’opposto, se il pagamento avverrà con cartamoneta, la spesa non potrà essere detratta fiscalmente con la presentazione della dichiarazione dei redditi. L’obiettivo del governo che ha introdotto questa novità è quello di limitare la circolazione del denaro in contante, favorendo i pagamenti documentati. Lo stesso vale per tutte le spese che sono detraibili con il modello 730. Dalle spese veterinarie, all’affitto, al mutuo, alle spese particolari per i figli. 

I documenti

È importante conservare alcuni documenti al fine della dichiarazione. Ed è utile tenerli nella propria abitazione per almeno 5 anni successivi alla dichiarazione. Questo perché il fisco potrebbe richiedere di effettuare dei controlli specifici, tra la documentazione da conservare anche quella relativa al pagamento con mezzi tracciabili di alcune spese sostenute: pagamenti a fini medici, spese di affitto o mutuo, spese veterinarie, pagamenti scolastici, e non solo. Ma bisogna tenere conto della tracciabilità delle spese effettuate. 

Le detrazioni

Tutti i contribuenti, quindi, hanno diritto a detrarre il 19% dei costi legati a badanti e colf, alle spese di istruzione e a quelle per le attività sportive dei propri figli, solo se pagati con il bancomat, la carta di credito o il bonifico. 

Il calendario

Ecco il calendario per la precompilata 2023: dal pomeriggio di martedì 2 maggio le dichiarazioni già compilate dall’Agenzia delle Entrate potranno essere consultate, mentre da giovedì 11 maggio sarà possibile accettare, modificare e inviare il 730 e il modello Redditi. Le dichiarazioni, spiega l’agenzia delle entrate in una nota, quest’anno saranno ancora più semplici da utilizzare, grazie anche alla possibilità, a partire dal prossimo 20 aprile, di delegare una persona di fiducia sia online che in videocall. 

730 precompilato, come funziona

Per visualizzare e scaricare la dichiarazione occorre accedere alla propria area riservata sul sito dell’Agenzia delle entrate tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). In linea generale, il 730 precompilato è predisposto per i contribuenti che hanno percepito, per l’anno d’imposta precedente, redditi di lavoro dipendente e assimilati. Dal 2 maggio 2023, saranno disponibili i seguenti documenti: dichiarazione dei redditi precompilata riferita all’anno d’imposta precedente; elenco delle informazioni attinenti alla dichiarazione 730 precompilata disponibili presso l’Agenzia delle Entrate, con distinta indicazione dei dati inseriti e non inseriti e relative fonti informative. Il 730 precompilato dovrà essere inviato entro il 2 ottobre 2023, mentre il modello Redditi (e il modello Redditi correttivo del 730) entro il 30 novembre 2023. 

I dati

Crescono ulteriormente i dati trasmessi all’Agenzia, che superano quest’anno quota 1 miliardo e 300 milioni (+8% rispetto al 2022). Di questi, oltre un miliardo (l’80% del totale) sono relativi a spese sanitarie. A seguire, premi assicurativi (99 milioni), certificazioni uniche di lavoratori dipendenti e autonomi (73 milioni), bonifici per ristrutturazioni (11 milioni), dati relativi agli interessi passivi sui mutui (8,5 milioni) e spese scolastiche (6,5 milioni). Saranno inoltre utilizzati nuovi dati: corsi post-diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, spese per canoni di locazione, spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa. Tutte informazioni che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi, come ad esempio i contributi previdenziali e assistenziali, quelli versati per i lavoratori domestici, le spese universitarie, per gli asili nido, le spese per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico. La stagione dichiarativa si chiuderà il 2 ottobre per chi invia il 730 direttamente tramite l’applicazione web e il 30 novembre per chi invece utilizza il modello Redditi precompilato. 

La richiesta

Dal prossimo 20 aprile basterà accedere all’area riservata sul sito dell’Agenzia per autorizzare un familiare o una persona di fiducia a gestire la propria dichiarazione precompilata (visualizzarla, accettarla o modificarla, inviarla) e a utilizzare gli altri servizi online nel proprio interesse.

La novità è pensata per andare incontro a chi, pur avendo le credenziali per accedere all’area riservata - Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) - ha poca dimestichezza con le funzionalità web o non può gestirle in prima persona. In alternativa, si può autorizzare la persona di fiducia tramite una videochiamata con un funzionario delle Entrate. Queste due modalità si aggiungono a quelle attive già dallo scorso anno, ovvero l’invio di una pec o la presentazione della richiesta presso un qualunque ufficio dell’Agenzia. Quanto alle domande via posta elettronica certificata, potranno essere inviate anche dalla casella pec della persona di fiducia (non solo quindi da quella del delegante). Viene estesa inoltre la durata della delega: su richiesta del contribuente, potrà infatti essere valida fino a 3 annualità.

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