Decreto Sostegno per 47 miliardi, lo stop ai licenziamenti prorogato fino a giugno

Decreto Sostegno per 47 miliardi, lo stop ai licenziamenti prorogato fino a giugno
di Luca Cifoni
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Venerdì 12 Marzo 2021, 06:46 - Ultimo aggiornamento: 16:38

Quando sarà approvato il decreto Sostegno? Un interrogativo che ormai viene ripetuto in modo sempre più insistente non solo tra le categorie produttive, ma anche all'interno della stessa maggioranza: ieri tra gli altri si è fatto sentire anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che chiede all'esecutivo di rompere gli indugi. La risposta più probabile, al momento, è che il provvedimento sarà approvato dal Consiglio dei ministri a metà della prossima settimana. Con una potenza di fuoco che potrebbe andare oltre i 32 miliardi dello scostamento di bilancio votato a gennaio dal Parlamento. In realtà proprio il tentativo di calibrare in corsa la dotazione finanziaria, per adeguarla alle necessità di una situazione ben pandemica più grave di quella immaginata all'inizio dell'anno, è uno dei fattori che stanno contribuendo ad allungare i tempi. Ormai però la situazione ha fatto saltare un altro presupposto su cui si basava il decreto, ovvero l'idea che sarebbe stato l'ultimo, dopo le misure varate a partire dal marzo scorso e poi con i quattro provvedimenti Sostegni di fine 2020. Nuovi interventi arriveranno probabilmente a primavera e già si parla di un ulteriore scostamento di bilancio in concomitanza con la discussione sul Documento di economia e finanza (Def).

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I NODI
Il prossimo decreto comunque contiene anche alcuni nodi politici da sciogliere.

Uno di quelli più delicati, relativo alla scadenza del blocco dei licenziamenti, sembra ormai vicino alla soluzione, stando alle parole del ministro del Lavoro. «Andiamo nella direzione di una proroga - ha detto Andrea Orlando in audizione parlamentare sulle linee programmatiche del suo dicastero - però per i lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo; per coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma degli ammortizzatori sociali». In altre parole la situazione attuale sarà congelata fino al 30 giugno con una forma di tutela generalizzata; dopo di che la protezione dovrebbe essere assicurata in particolare per le piccole imprese e le categorie che attualmente non dispongono di Cig proprio dal futuro riassetto degli ammortizzatori a cui sta lavorando il ministro. Riassetto in vista del quale dovrà essere sciolto il nodo del perimetro dei nuovi strumenti, quindi le categorie incluse, e quello delle politiche attive.


I CAPITOLI
Gli interventi economici si articoleranno come di consueto in alcuni grandi capitoli: i sostegni alle imprese che assorbirebbero fino a 12 miliardi (con la soglia per i risarcimenti a 10 milioni di fatturato e forse anche oltre), il prolungamento della cassa integrazione (l'orizzonte è quello dell'intero 2021), i nuovi fondi per i trasporti e gli enti locali, le risorse specifiche per la sanità e quelle delle forze dell'ordine. Una lista come al solito molto lunga e pesante per tutte le diverse esigenze. Si potrà andare oltre i 32 miliardi di deficit aggiuntivi autorizzati dal Parlamento? Intanto ci sono i 5,2 miliardi del Fondo perequativo creato dalla legge di Bilancio: per potervi attingere vanno superati alcuni problemi tecnico-contabili che il Mef sta verificando in queste ore. Verifiche simili potrebbero portare al recupero di fondi resi disponibili da precedenti provvedimenti e poi non spesi. Si potrebbe così arrivare oltre la soglia dei 40 miliardi (anche a 45-47 secondo alcune componenti della maggioranza). Ma il ministro Franco è naturalmente prudente e il provvedimento dovrà comunque avere coperture certe e ben definite. Quanto al successivo scostamento di bilancio, ormai è un'eventualità apertamente discussa. Ieri ne ha parlato anche il sottosegretario all'Economia Claudio Durigon, che ha confermato l'impianto dei sostegni proporzionali alle perdite di fatturato. L'occasione potrebbe essere quella del Def nel quale il governo Draghi dovrà anche delineare lo scenario della legge di Bilancio per il 2022. Il documento è atteso come di consueto per il mese di aprile, ma quest'anno la scadenza si intreccia con quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E nella giornata di ieri, come aveva annunciato, il ministro dell'Economia ha inviato in Parlamento le schede tecniche sulle sei missioni del Pnrr, che risalgono comunque allo scorso gennaio. Le risorse allocate valgono 21,28 miliardi per il capitolo Inclusione e coesione, 26,66 per Istruzione e ricerca, 18,01 per Salute, 31,98 per Infrastrutture per una mobilità sostenibile, 67,49 per Rivoluzione verde e transizione ecologica e 45,5 per Digitalizzazione, innovazione e cultura.

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