Covid, approvato il decreto Ristori bis: bonus baby sitter, congedi e sospensione delle tasse nelle zone rosse

Covid, approvato il decreto Ristori bis: bonus baby sitter, congedi e sospensione delle tasse nelle zone rosse
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Sabato 7 Novembre 2020, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 10:26

É stato approvato il decreto Ristori bis. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera a un nuovo pacchetto di aiuti per le attività e le famiglie più colpite dalle nuove restrizioni anti-Covid. La dote per i nuovi aiuti, secondo quanto si apprende, sarebbe salita a circa due miliardi e mezzo da poco meno di 2 previsti inizialmente. Il provvedimento contiene nuovi contributi a fondo perduto per le attività delle zone rosse e il rinvio delle scadenze delle tasse di novembre, oltre a fondi per i congedi e il bonus babysitter.

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Già lunedì circa 211mila attività inizieranno a trovare sul conto corrente i bonifici dell'Agenzia delle Entrate definiti con il decreto Ristori 1, e intanto è stato approvato nella notte anche il decreto Ristori Bis. «Sono rafforzati gli obblighi di pubblicità e trasparenza in relazione al monitoraggio e all'elaborazione dei dati epidemiologici rilevanti per la classificazione delle aree del paese destinatarie delle varie misure di contenimento».  Si conferma l'istituzione di «un fondo per compensare le attività delle Regioni che potrebbero venire interessate da future misure restrittive, per erogare futuri contributi in modo automatico».

Previste anche norme per la decisione dei giudizi penali di appello e per la sospensione dei termini della prescrizione, nonché dei termini di custodia cautelare nei procedimenti penali nel periodo dell'emergenza. 

Con il provvedimento oltre alle partite Iva ci saranno anche aiuti per le famiglie che avranno i figli a casa già alle medie, con la possibilità di prendere il congedo al 50% o di utilizzare altri 1000 euro di bonus babysitter. I tecnici hanno lavorato senza sosta per scovare tra i risparmi di vecchie misure e gli ultimi margini di deficit circa 7 miliardi in tutto per dare sollievo alle categorie coinvolte dalle misure sempre più restrittive messe in campo per frenare la curva dei contagi: dopo i 5 miliardi e mezzo del primo decreto, infatti, ora sul tavolo ci sarebbero oltre 2 miliardi da destinare da un lato alle nuove attività che si dovranno fermare a livello nazionale (come i musei o i negozi dei centri commerciali nel weekend) e dall'altro da chi si ritroverà in zone ad alto o a massimo rischio, in un nuovo lockdown 'soft'.

Compaiono molte delle categorie che avevano lamentato l'esclusione in questi giorni: avranno contributi al 100% i bus turistici e anche i trasporti lagunari, i fotoreporter, chi fa corsi di danza, le lavanderie industriali, i negozi di bomboniere i traduttori e anche i produttori di fuochi d'artificio. Al 200% arriveranno invece guide alpine, musei, biblioteche, monumenti e anche orti botanici e zoo. Incluse anche la ristorazione senza somministrazione, come rosticcerie e pizzerie al taglio, e gli internet point, che avranno un ristoro al 50% di quanto già avuto in estate. Il decreto aumenta dal 150% al 200% il ristoro per bar, pasticcerie e gelaterie che si trovino in zone rosse o arancioni. La nuova lista di codici Ateco allegata al provvedimento include i negozi (dall'abbigliamento agli elettrodomestici fino ai sexy shop), gli ambulanti (visto che anche i mercati sono chiusi), gli estetisti e gli altri servizi alla persona, compresi chi fa piercing e tatuaggi. Nella lista anche i servizi per gli animali (canili, dogsitter, toelettatura) e le agenzie matrimoniali.

Il meccanismo, però, è stato affinato fino all'ultimo per cercare di mantenere il più possibile l'automatismo, che consente all'Agenzia delle Entrate rapidità nell'erogazione. Il decreto bis conterrà, come ha spiegato il premier Giuseppe Conte, «un fondo ad hoc per mettere risorse in caso di variazioni tra zone gialle, arancioni e rosse», così da evitare di dover ricorrere al decreto legge a ogni 'cambio di fascia' delle Regioni. Il consiglio dei ministri ha anche approvato il rinvio delle consultazioni elettorali previste nel 2020, spostando il termine al 31 marzo 2021

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