Crisi Governo, Manovra: i dossier economici sospesi

Crisi Governo, Manovra: i dossier economici sospesi
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Mercoledì 21 Agosto 2019, 13:15
(Teleborsa) - Clausole di garanzia sull'Iva, questione deficit, taglio del cuneo fiscale, crisi industriali (Iva e Alitalia su tutte). Sono questi i principali dossier economici che le dimissioni del Governo Conte lasciano in sospeso, in balìa dell'evolversi della situazione. L'unica cosa certa è che il tempo stringe e bisogna fare presto.

Sul fronte delle scadenze, entro il 27 settembre è prevista la presentazione al Parlamento della Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def) al Parlamento, in cui andranno aggiornate le stime macroeconomiche e di finanza pubblica alla base della prossima manovra di bilancio. Il mese successivo, entro il 15 ottobre, il progetto di documento programmatico di bilancio (Dpb) deve arrivare alla commissione Ue e all'Eurogruppo e, entro il 20 ottobre, il governo deve presentare alle camere il disegno di legge di bilancio. A quel punto, secondo calendario, inizia l'iter parlamentare che si deve concludere entro il 31 dicembre, pena l'esercizio provvisorio. Un'eventualità, quest'ultima, che in queste concitate ore fatte di ipotesi, trattative e riunioni, si sta cercando di scongiurare.

"Questa decisione ha compromesso il lavoro già avviato per la legge di Bilancio che avrebbe messo in atto una ampia riforma fiscale, comprendente la flat tax, ma anche la riforma della giustizia tributaria e la revisione del cuneo fiscale" ha sottolineato, ieri, il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte nel suo discorso al Senato.

Questione calda, sulla quale il consenso politico è trasversale, è il congelamento dell'aumento automatico di 3 punti dell'Iva (attualmente le aliquote sono al 10%, quella ridotta, e al 22%, quella ordinaria, e dovrebbero passare al 13% e al 25,2%). Sarà compito della prossima maggioranza disinnescarlo o, quantomeno, cercare di limitarne gli effetti. Un incremento dell'Iva, secondo gli analisti, in questa fase di stagnazione inserita all'interno di una congiuntura internazionale tutt'altro che favorevole, rischia di avere effetti profondamente negativi sull'economia italiana che già vede difronte a sé lo spettro della recessione. Secondo le previsioni dell'Upb del mese scorso, con la disattivazione delle clausole di salvaguardia il prodotto interno lordo nel 2020 dovrebbe aumentare dello 0,7%, ma se non si riuscisse a evitare l'incremento dell'imposta scenderebbe allo 0,4%. L'alternativa attualmente sul tavolo è quella di una sterilizzazione dell'Iva limitata al primo quadrimestre del prossimo anno, il tempo necessario a sbloccare la situazione politica. Un salvagente da utilizzare nel caso non si riuscisse a mettere in piedi una manovra per il 2020, subito rinominato decreto "Ferma lancette".

"Il problema non è l'esercizio provvisorio, ma la manovra mostruosa che abbiamo davanti e che ammonta ad almeno 23 miliardi. Togliamoci dalla testa che trovare 23 miliardi sia facile" ha affermato Nicola Zingaretti nella relazione alla Direzione del Pd.



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