Per valutare il primo impatto del caos nel quale è precipitata la politica italiana, non dovremo attendere l'apertura dei mercati questa mattina. Già ieri sera coloro che in Piazza Affari temono il peggio hanno potuto toccare con mano quanto l'Italia si sia ultimamente avvicinata alla Grecia. Mentre infatti in Senato scorrevano i titoli di coda del governo Draghi, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli greci si è andato letteralmente azzerando. Sicché alle ore 20 i bond greci con scadenza due anni venivano giudicati meno rischiosi dei nostri e quelli a 10 anni separati da pochissimi punti base. Così, se il Btp decennale ha fermato il rendimento al 3,37%, l'equivalente greco si è attestato poco sopra al 3,44%. Più preoccupante la situazione della scadenza a due anni: in breve, il titolo italiano ha scavalcato quello greco toccando quota 1,74% a fronte dell'1,61% del greco.
LE VARIABILI
Dunque, un primo antipasto su ciò che potrebbe capitare oggi in Piazza Affari dove già ieri attorno a mezzogiorno gli umori si sono incupiti diventando via via sempre più neri mano a mano che si avvicinava la chiusura degli scambi: a fine giornata l'indice generale segnava un rosso dell'1,6% a fronte del progresso del 2,5% realizzato alla vigilia quando ancora si pensava quasi scontata un'ampia fiducia al governo Draghi.
Quanto allo spread Btp-Bund rilevato da Borsa Italiana, lo scorrere delle ore ha portato a disegnare una curva da ottovoltante, con un'apertura euforica che lo ha visto precipitare da 213 a quota 194 per poi risalire a 202, ridiscendere a 197 e quindi concludere a 215.
Va detto che lo scivolone pomeridiano è anche legato alle preoccupazioni per i rischi di recessione che dominano l'intera Europa, accrescendo l'attesa per la riunione della Bce di oggi con molti investitori che sembrano stimare un atteggiamento più restrittivo in termini di rialzo dei tassi rispetto a quello che i mercati potevano incorporare nelle ultime sedute. In altre parole, ieri si facevano i conti anche con il rialzo che verrà annunciato oggi da Francoforte, che potrebbe essere dello 0,50% invece dello 0,25% ventilato nelle scorse settimane.
IL GAS DI PUTIN
Non bastasse, preoccupano sempre i rischi di un'interruzione delle forniture di gas russo nonostante le garanzie di ritorno all'operatività del gasdotto Nord Stream. Ieri Vladimir Putin ha assicurato che Mosca adempirà ai suoi impegni di fornire gas naturale all'Europa, ma ha avvertito che «i flussi attraverso il gasdotto Nord Stream potrebbero essere presto ridotti se le sanzioni impedissero ulteriori interventi di manutenzione sui suoi componenti». E ha aggiunto che a meno che la famosa turbina non venga ricollocata presto, i flussi potrebbero scendere la prossima settimana a circa il 20% della capacità.