Dal lockdown al dopo, a tavola e nella vita quotidiana c’è stato un triplice salto mortale che sta lasciando il segno oggi, facendoci preferire hamburger, pizza e poke. «Lo stile di vita “residenziale” durante il primo lockdown Covid-19 ha inizialmente cambiato in modo sostanziale gli acquisti e la spesa alimentare degli italiani», spiega Monica Germani, laurea in dietistica a Roma, nutrizionista con attività svolta in tre studi (due a Roma e uno a Milano) molto affermata ed esperta ormai in stili di vita legati al cibo. «In quel periodo, infatti, la maggior parte degli italiani hanno avuto più tempo da dedicare alla cucina, riscoprendo piatti e sapori della cucina tradizionale. Si è riscoperto il piacere della tavola e della vera convivialità.
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La sperimentazione culinaria iniziale ha permesso di scegliere con cura le ricette, le materie prime, e gli insaporitori naturali come spezie e aromi.
La Germani arriva all’attuale congiuntura temporale ed economica, con una “scoperta” rivoluzionaria che dovrebbe far ravvedere addirittura Christine Lagarde, presidente della Bce che sta aumentando i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, anche se provoca un rallentamento dei consumi. «Sembrerebbe che il caro vita non preoccupi gli italiani», commenta la professionista romana -. Infatti, si mangia e consuma molto di più rispetto al 2019, come dimostrano i dati dei fatturati dei supermercati e delle società take away, ma con notevole riduzione dell’attenzione alla qualità e alla provenienza dei prodotti. Il discount è il canale scelto dal 22% delle famiglie italiane, perdono punti, invece, i negozi tradizionali, che passano dal 12% al 10%, e gli ipermercati, che passano dal 25% al 22%. Durante questo periodo c’è stato un accumulo di prodotti alimentari da dispensa come conserve rosse e animali, surgelati, (+37% rispetto al 10% dei cibi freschi), pasta, riso e farina il cui consumo è triplicato rispetto al 2019».
Eppure ad oggi, osserva la Germani «il carrello della spesa degli italiani sembra essersi fatto più leggero, una misura adottata per fronteggiare il carovita. Gli alimenti che non hanno subito riduzioni delle quantità acquistate, nonostante i rincari, sono pasta e uova. In calo, invece, i cibi già pronti, quelli etnici, il pesce e il vino. Secondo i dati dell’Osservatorio, nel 2019 le famiglie che acquistano online sono passate da 10,3 milioni a 11,8 milioni. Il fenomeno degli acquisti online, si è consolidato negli ultimi due anni, prendendo le distanze dal trend che lo vedeva legato a questioni ”di emergenza” relative al periodo Covid».
Secondo l’esperta «fare la spesa non è mai stato così comodo grazie anche alla rete di oltre 115 magazzini urbani distribuiti nelle grandi città (di cui 15 solo in Italia). Glovo anche quest’anno, evidenzia come gli utenti siano sempre più propensi ad effettuare acquisti tramite l’app per ricevere i prodotti direttamente a casa e in pochi minuti».
Scopriamo che «i consumatori di tutto il mondo si affidano sempre di più al delivery, non solo per farsi consegnare a casa i piatti dai ristoranti più amati, ma anche per soddisfare qualsiasi esigenza nell’arco della giornata. Cresce la voglia di cucina healthy, cioè l’approccio all’alimentazione che ha come obiettivo primario fornire al corpo le sostanze nutritive di cui ha bisogno in ottica di benessere (+38% rispetto al 2021) con il poke che si conferma uno dei piatti più amati (+60%). Frutta e verdura immancabili nel carrello, seguiti da prodotti di macelleria rafforzando il messaggio di una cucina “sana” che prende sempre più piede».
Guardando gli ordini nel corso del 2022, hamburger, pizza e poke sono stati i piatti più richiesti, secondo l’esperienza della Germani. «Tra i piatti, il poke ha sperimentato l’incremento maggiore, l’Italia è il primo Paese per consumo del poke, il 48% degli ordini di questo piatto a livello globale sono infatti eseguiti in Italia». Poi alcune spigolature riguardo le abitudini. «Gli italiani prediligono il sabato per ordinare la cena dai propri ristoranti preferiti, con il maggior picco di consumo che si registra tra le 19 e le 20. Glovo, ad esempio, ha aumentato le richieste di spesa online dal 177% dal 2021 al 2022 solo in Italia. Unico dato di speranza - conclude la Germani - è l’aumento di richiesta di healty food ai pasti e di ordinare frutta e verdura dai supermercati. Incrociamo le dita, confidando nella nostra tradizione culinaria».