Confindustria: sì alla manovra ecologica, l'Ue lanci un maxi-piano infrastrutture

Confindustria: sì alla manovra ecologica, l'Ue lanci un maxi-piano infrastrutture
Confindustria: sì alla manovra ecologica, l'Ue lanci un maxi-piano infrastrutture
di Roberta Amoruso
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Domenica 22 Settembre 2019, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 17:50

La rotta italiana del Green New Deal è quella giusta, ma è anche con un maxi-piano da 1.000 miliardi di respiro europeo che si può dare all'Italia il necessario colpo di reni. Una ricetta che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, lancia prima da Matera, dal convegno «Cultura, comunità, impresa: i valori dell'Europa», e poi da Atreju, dove è ospite della kermesse Fratelli d'Italia. Perché «bisogna reagire», dice, «non si può aspettare che la Germania si riprenda» considerato l'allarme dello scenario economico.

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Il leader degli industriali accoglie, dunque, con favore la proposta del premier, Giuseppe Conte, sul Green deal con le imprese: «è essenziale cavalcare la dimensione ambientale». Ma l'Italia può fare di più. Serve per Boccia un ruolo in Europa da «protagonisti di una stagione riformista proponendo un'operazione massiva, un progetto da mille miliardi di euro in opere infrastrutturali transeuropee, eventualmente finanziate con eurobond». Una sfida in cui può aiutare anche un asse con Germania e Francia, magari da costruire nell'incontro previsto tra gli industriali dei tre Paesi il prossimo 3 dicembre a Roma, volutamente «subito dopo l'insediamento della Commissione europea». Con Francia e Germania si «potrebbe aprire un fronte interessante» con l'Europa, sottolinea ancora il leader degli industriali, «anziché andare lì a chiedere più deficit e più debito pubblico». Qualcosa «che non è nemmeno nell'interesse nazionale».

L'OBIETTIVO
A Matera, «città simbolo della reazione, di un riscatto, di un destino non ineludibile», con il successo di Matera 2019, Confindustria ha riunito il suo consiglio generale e organizzato un convegno per mettere l'accento sul rapporto tra economia e cultura. L'eco del patto lanciato alle imprese dal premier Conte, per accompagnare il sistema nella transizione energetica è qualcosa che il mondo produttivo non può che accogliere a braccia aperte. È un approccio che convince anche il presidente della Piccola Industria di Confindustria, tessuto vivo della base associativa di via dell'Astronomia, Carlo Robiglio: per gli industriali serve «un progetto organico, serve una logica di sistema», mentre sarebbe inutile e dannoso procedere con «singole misure slegate». Un invito «essenziale, dice anche Boccia, per cavalcare la dimensione ambientale e green». «Se questo è il percorso, saremo coprotagonisti di una stagione diversa in una confronto legato agli effetti sull'industria italiana», sottolinea il presidente di Confindustria.

Se le infrastrutture possono essere il mezzo per il colpo di reni dell'economia, va data un'attenzione particolare ai giovani. Per il presidente degli industriali serve «un grande piano di inclusione dei giovani da accompagnare al taglio del cuneo fiscale». Con risorse già stanziate e senza far ricorso al deficit, sia chiaro. Il governo deve agire «tenendo presente che non abbiamo risorse elevate a causa del debito».

Nelle stesse ore dall'assemblea di Confindustria Vicenza, il ministro per lo Sviluppo, Stefano Patuanelli, toccava un altro tema molto caro gli industriali: il futuro del piano Industria 4.0. Che si vada avanti è una priorità per Confindustria. Il ministro lo sa bene. Ma escluderne lo stop non significa che non ci sia bisogno di una rimessa a punto: «Bisogna ritararlo, passare da un set di interventi molto ampio ad uno un pò più strutturato, più piccolo ma più incisivo, dice Patuanelli difendendo «quello che ha funzionato», eliminando ciò «che ha finito il suo moto propulsivo», e valutando «se ci possono essere altri strumenti». Anche su questo il governo intende agre.

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