È drammatico il quadro dipinto per l’Italia dal rapporto di previsione economica della Commissione europea. Peggio dell’Italia solo la Grecia, per cui è previsto un calo del Pil del 9,7%. Il debito pubblico cresce in tutti i Paesi. Ma in Italia è previsto salire al 158,9% del Pil: in Francia ad esempio è al 116,5%, in Germania al 75,6%, la metà del nostro. Quindi per noi sarà - secondo la Commissione europea - «profonda recessione».
Il crollo del Pil coinvolgerà tutti Paesi Ue, nessuno escluso. «L’Europa sta sperimentando uno choc senza precedenti dalla Grande Depressione», ha commentato il Commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. Nel 2020 la crescita dell’Eurozona crollerà del 7,7%, mentre quella dell’Ue nel suo insieme del 7,4%. Ma con differenza tra Stato e Stato: come in un condominio, c’è chi sta meglio e chi sta peggio: per la Germania il crollo del Pil sarà del 6,5%, per la Francia dell’8,2%, la Spagna è al nostro livello. La Polonia non va malissimo, con il suo -4,3%. «Il lockdown ha messo un brusco freno ai consumi privati», scrive la Commissione, ma si prevede un altrettanto «brusco rimbalzo nella seconda metà del 2020». Per l’Italia la crescita del Pil nel 2021 è stimata al 6,5%
La ripresa, sottolinea la Commissione, sarà «marcatamente» diversa perché «la ripresa di ogni Stato membro dipenderà non solo dall’evoluzione della pandemia ma anche dalla struttura delle rispettive economie e dalla capacità di rispondere con politiche di stabilizzazione».
Secondo le stime, entro la fine del 2021 il livello della produzione di Italia, Spagna e Olanda resterà sotto del 2% rispetto al 2019. Mentre Germania, Austria, Croazia, Slovacchia e Polonia torneranno ai livelli pre-coronavirus. Per Gentiloni, «queste differenze sono una minaccia per il mercato unico e per l’Eurozona, che può essere mitigata attraverso una decisiva azione congiunta europea».