Centeno: "Non escludiamo Eurobond: Mes rete di sicurezza"

Centeno: "Non escludiamo Eurobond: Mes rete di sicurezza"
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 10:45
(Teleborsa) - L'emissione di Eurobond non sono necessari ma non sono da escludere, mentre il Mes va inteso come una "rete di sicurezza": ciò che più conta è trovare un accordo europeo su come spalmare nel tempo il costo della risposta perché è l'intera economia UE a essere sotto choc per la pandemia Covid-19.

Lo ha spiegato il presidente dell'Europgruppo, Mario Centeno, in un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera. In particolare, la trattativa con il collega olandese Wopke Hoekstra, l'unico apertamente ostile all'uso del Mes, è approdata a buon fine perché "serviva un accordo che garantisse una rete di sicurezza per i governi, un sostegno ai lavoratori e liquidità per le imprese. Il Mes lo vedo come un'assicurazione: la compri per non usarla, ma ti dà una copertura in più".

Il Mes dunque come porta che apra una linea di credito tale da permettere alla BCE di poter attivare le Omt (Outright Monetary Transactions), con appuntamento cruciale per il 23 aprile quando si discuterà del Recovery Fund proposto dalla Francia, un modo - spiega Centeno - "per assicurare la solidarietà europea agli Stati più colpiti" in quella che "non è una crisi da affrontare con manuali vecchi".

Per questo il presidente dell'Eurogruppo non esclude l'uso di Eurobond ma non solo, come già dichiarato dal Commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni.

La risposta alla crisi "non è necessariamente" l'emissioni di bond comuni, "ma non lo escludo. C'è una proposta di usare il Quadro finanziario pluriannuale, cioè il bilancio europeo, e un'altra di emettere debito comune. Le due non si escludono necessariamente. L'importante è spalmare nel tempo il costo della risposta".

Ciò che ora conta maggiormente è dunque decidere "come distribuire nel tempo i costi di questa crisi", insiste Centeno che sottolinea come l'economia europea stia subendo "uno choc senza precedenti", con "tutti i nostri Paesi vicini a una recessione del 20% in ritmo annuale" a causa di una "crisi non indotta da problemi dell'economia".

"Siamo economie aperte, non ha molto senso per un Paese aprire se gli altri in Europa o nel mondo restano chiusi. Ci vorrà moltissimo coordinamento" - ha concluso il presidente dell'Eurogruppo - Un piano per la ripresa deve scattare non appena usciamo dai lockdown. All'inizio il piano sarà più lento, ma prevediamo un rimbalzo nel 2021".
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