Cassa integrazione, la pagherà direttamente l'Inps: le Regioni bypassate

Cassa integrazione, la pagherà direttamente l'Inps: le Regioni bypassate
di Alberto Gentili
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 06:42 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 08:08

Per far arrivare subito nelle tasche dei lavoratori la cassa integrazione in deroga (Cigd) il governo bypasserà le Regioni. In una nuova videoconferenza con i governatori, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha proposto di «superare le procedure esistenti, per arrivare a un raccordo diretto tra lavoratori e Inps, saltando il passaggio delle Regioni»: «Di solito si impiegano tra i 4 e i 5 mesi per l'erogazione della Cigd, un tempo eccessivamente lungo soprattutto in questa fase in cui bisogna semplificare e accelerare», ha spiegato Boccia.

«Accordo raggiunto fra governo e Regioni sulla Cassa integrazione in deroga», annuncia in serata il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. «L'obiettivo che ha accomunato Stato e Regioni è quello - spiega - di individuare procedure e strumenti che possano far arrivare nel più breve tempo possibile i soldi nelle tasche di chi ne ha diritto».

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I governatori non hanno alzato muri, anzi. Si sono detti d'accordo con il progetto di semplificazione. Ma hanno aperto la riunione inquadrando nel mirino il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che domenica scorsa aveva attaccato apertamente le Regioni. Così: «C'è un ritardo inaccettabile nell'erogazione della Cigd. Ed è inaccettabile che la gente negli ultimi due mesi non abbia ancora ricevuto la cassa integrazione».

Per provare a calmare i governatori è intervenuta durante la videoconferenza la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo: «Va riconosciuto che la mole delle domande è enorme, non sono tempi normali. Le attuali procedure non permettono di affrontare l'emergenza. Le Regioni finora hanno fatto un grande sforzo che va riconosciuto e le decisioni vanno prese insieme senza attribuire colpe». E Boccia: «Da questa storia se ne esce solo attraverso la collaborazione istituzionale, non certo con le polemiche».

SOLO PER LE NUOVE RICHIESTE
Calmati gli animi, il vertice è proseguito con la puntualizzazione di Boccia: «Le nuove misure non possono valere per le richieste di Cigd in corso». E con l'impegno della ministra Catalfo a mettere a punto una proposta da «portare subito in Consiglio dei ministri» per fare in modo che «tra una ventina di giorni si proceda con le nuove modalità».

Insomma, la riforma della Cigd scatterà con il decreto Rilancio che dovrebbe essere varato oggi dal governo, oppure con un emendamento nel corso dell'iter parlamentare di conversione in legge del provvedimento. I governatori, Boccia e Catalfo hanno infatti convenuto che la norma che verrà scritta dalla ministra del Lavoro vedrà la luce solo e soltanto dopo che avrà ricevuto il via libera delle Regioni. Dunque servirà un nuovo vertice in videoconferenza nelle prossime ore. «Forse facciamo in tempo a inserire lo snellimento della procedura già nel decreto, senza ricorrere a un emendamento», fanno sapere dal ministero degli Affari regionali.

Che la procedura della Cigd, riservata alle imprese con meno di 5 dipendenti e a tutte le altre aziende che normalmente non avrebbero accesso alla cassa ordinaria, sia complessa l'ha messo in chiaro anche il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico: «Le domande per la Cigd sono decretate dalla Regione, ma il processo non si esaurisce qui, perché quando l'Inps riceve le domande bisogna aspettare fino a un mese per sapere le ore messe a riposo da parte delle imprese». Sulla stessa linea il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri: «Sulla Cigd abbiamo fatto un intervento massiccio, abbiamo stanziato a marzo risorse per coprire tutta la Cig per tutti lavoratori. Molti la stanno prendendo, ma alcuni milioni no e questo riguarda la cassa integrazione in deroga» che è una procedura regionale che prevede «una serie di passaggi e che si è rivelata troppo lunga. Non va bene. E abbiamo chiesto all'Inps di preparare delle norme che saranno nel decreto per accelerare le procedure».

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