Casalinghe, arriva il fondo: «Corsi per potenziarsi». Stanziati 3 milioni per il 2020

Casalinghe, arriva il fondo: «Corsi per potenziarsi». Stanziati 3 milioni per il 2020
di Barbara Acquaviti
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Domenica 9 Agosto 2020, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 10:20

Per spiegarne le finalità, dal ministero hanno scelto il termine inglese ‘empowerment’, un concetto che nella pratica la responsabile per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, traduce così: «Attivare percorsi volti a favorire l’acquisizione di nuove competenze e l’accesso a opportunità culturali e lavorative». E’ una delle novità contenute nel cosiddetto decreto agosto: il fondo per la formazione delle casalinghe, con una dotazione di 3 milioni annui.
L’obiettivo, si legge nella relazione tecnica che accompagna la norma è «il superamento del gap italiano, che vede il tasso di occupazione femminile fra i più bassi in Europa. In particolare in Italia all’aumentare del numero di figli, il tasso di occupazione diminuisce, a differenza di molti Paesi Europei».

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DUBBI E IRONIE
Un tema sempre caldo, quello del lavoro femminile, che infatti ha stimolato un vivace dibattito sui social in cui a farla da padrone sono stati dubbi e ironie. Sulla reale utilità di questo intervento ma anche sulle risorse a disposizione. «Ci compri due tupperware a testa a tutte le casalinghe italiane?», chiede per esempio una utente su Twitter.
Poco chiaro, almeno a leggere la norma così come inserita nella nuova manovra del governo, è anche il funzionamento. Il fondo è «finalizzato alla promozione della formazione personale e a incrementare le opportunità culturali e partecipative, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, delle donne che svolgono attività prestate nell’ambito domestico, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, finalizzate alla cura delle persone e dell’ambiente domestico, iscritte all’Assicurazione obbligatoria».

Ma in pratica, quali nuovi strumenti vengono messi a disposizione delle casalinghe e con quali finalità? Per conoscere criteri e modalità bisognerà attendere un decreto del ministro per le Pari opportunità che dovrà essere emanato entro la fine dell’anno.

ATTESA PER FINE ANNO
Dal Dipartimento, tuttavia, intanto spiegano che l’intenzione è quella di fare dei bandi per finanziare percorsi di formazione, che non vanno confusi con quelli professionali in capo alle Regioni. Gli ambiti sarebbero soprattutto due: quello finanziario e quello digitale. Principalmente, sarebbero rivolti a donne che – dopo essere uscite dal mondo del lavoro per necessità o scelta – vorrebbero rientrarvi ma si ritrovano con una formazione poco aggiornata. Dunque, per esempio, che volessero imparare a gestire una piccola impresa online. Ma dal ministero per le Pari opportunità osservano che non sono esclusi corsi per sviluppare competenze tecniche manuali, in ambito creativo o artigianale, sempre con l’idea della doppia funzione: abilitare una donna a una competenza a uso personale senza escludere che l’esperienza possa sfociare in un percorso di tipo imprenditoriale o lavorativo.

Il ministro Bonetti spiega così la ratio. «Nel nostro Paese le donne spesso sono meno formate degli uomini nell’ambito finanziario e spesso non hanno gestione delle proprie finanze e questo va ad alimentare non solo una esclusione dal mondo del lavoro, c’è anche il tema del non riuscire ad avere autonomia che in alcuni casi è legato anche alla violenza in ambito domestico. Anche questo è un modo per contrastarla».

IL CONFRONTO
Alle critiche di chi ritiene questa iniziativa inefficace e invita a concentrarsi su altri strumenti, come per esempio congedi di paternità obbligatori, il ministro risponde che il progetto nasce anche dal confronto con le associazioni e dalle reti che si occupano di casalinghe e imprenditoria femminile, e che erano spunti presenti anche nel documento proposto dalla task force.

Quanto alla dotazione di soli 3 milioni, Elena Bonetti comunque di «primo risultato importante». E assicura: «Questo è un piccolo embrione di un progetto più ampio che noi abbiamo sulla formazione delle donne. Nel nostro dipartimento c’è già un fondo dedicato alla formazione Stem, quindi in materie scientifiche e tecnologihe». Inoltre, spiega, «abbiamo implementato il fondo di credito per l’imprenditoria femminile con 5 milioni durante il lockdown, ma vogliamo portare avanti un progetto per concedere non solo credito ma anche sostegno finanziario». Misure che dovrebbero beneficiare dei fondi europei: «Queste sono iniziative che, come ministero, sto ponendo dentro al progetto per il Recovery fund».
 

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