Cartelle esattoriali, 5 anni per smaltirle. Accertamenti, serve il contraddittorio

Gli atti dell'Agenzia delle Entrate saranno preceduti da una "proposta". I contribuenti avranno 60 giorni per le osservazioni

Cartelle esattoriali, 5 anni per smartirle. Accertamenti, serve il contraddittorio
Cartelle esattoriali, 5 anni per smartirle. Accertamenti, serve il contraddittorio
di Andrea Bassi
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Lunedì 13 Marzo 2023, 21:54 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 10:57

Il Fisco dovrà essere più “gentile” con i contribuenti. E dovrà esserlo soprattutto nel momento dell’accertamento e della riscossione, quando cioè busserà alla porta per contestare errori, mancati versamenti, dimenticanze, tentativi di elusione.

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Cartelle esattoriali, 5 anni per smartirle

Il tentativo di una “distensione” dei rapporti tra Fisco e contribuenti, è forse una delle caratteristiche centrali della delega fiscale che oggi il governo illustrerà alle parti sociali e che giovedì dovrebbe essere approvata in consiglio dei ministri.

Partiamo dall’accertamento. La raccomandata che arriverà ai contribuenti non sarà più una contestazione vera e propria, sarà piuttosto una «proposta». Il Fisco, cioè, dirà al contribuente gli elementi che ha raccolto sulla sua posizione fiscale e le cose che, secondo l’Agenzia, non vanno. Prima però che questa «proposta di accertamento» si trasformi in un atto fiscale vero e proprio, il contribuente avrà 60 giorni di tempo per rispondere con delle sue “osservazioni”, presentando tutta la documentazione che ritiene necessaria a difendersi dalle contestazioni.

 

GLI OBBLIGHI
L’Agenzia, a sua volta, sarà «obbligata» a tener conto e a rispondere alle osservazioni del contribuente prima di inviare, se ancora ritiene valide le sue ragioni, l’atto di accertamento vero e proprio. Questo “contraddittorio” preventivo tra Fisco e contribuente diventerà obbligatorio. Ma non c’è solo questo aspetto. La delega prevede anche un altro passaggio importante e che potrebbe essere sintetizzato con: «disturbare il meno possibile i contribuenti onesti». Il provvedimento del governo prevede infatti che per gli accertamenti, l’Agenzia delle Entrate debba «operare azioni mirate idonee a circoscrivere l’attività di controllo nei confronti dei soggetti a più alto rischio fiscale, con minore impatto su cittadini e imprese». In che modo? Usando l’intelligenza artificiale e tutte le banche dati (oltre 150) che sono già a disposizione dell’amministrazione fiscale. 
Anche la riscossione, ossia la fase che viene dopo l’accertamento, sarà profondamente riformata. L’obiettivo finale è evitare che si formino più magazzini di cartelle non riscosse come quello attuale che ha superato i mille miliardi di euro. 


IL PASSAGGIO
Come si farà? Innanzitutto con la regola del «discarico automatico» al 31 dicembre del quinto anno successivo dell’affidamento, delle quote non riscosse. Significa che se un Comune ha affidato il recupero di una multa all’Agenzia delle Entrate, se dopo cinque anni non è stata riscossa sarà automaticamente cancellata. Non significa ovviamente che ci sarà una sanatoria. Solo che l’incasso delle cartelle dovrà avvenire in tempi certi e più rapidi di quelli attuali. Anche per questo il primo tentativo di notifica della cartella, spiega la delega, dovrà essere effettuato al massimo entro 9 mesi. Il testo prevede anche il definitivo superamento della dicotomia tra l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate - Riscossione. Quest’ultima sarà inglobata nella prima. E, sempre nell’ottica di un Fisco più “dialogante”, sarà resa strutturale la possibilità di pagare le cartelle in 120 rate oltre alla decisione di «non disturbare» i contribuenti con la notifica di atti ad agosto, in piena estate, e a dicembre, durante le vacanze natalizie. 
 

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