Cassa integrazione, Inps e Inail: «Sì se si superano 35 gradi, anche percepiti». Settori e categorie coinvolti

Le linee guida con Inail per prevenire le patologia da stress termico tenuto conto che i fenomeni climatici estremi sono in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro.

Caldo e lavoro, Inps e Inail: «Sì a cassa integrazione se si superano i 35 gradi»
Caldo e lavoro, Inps e Inail: «Sì a cassa integrazione se si superano i 35 gradi»
3 Minuti di Lettura
Martedì 26 Luglio 2022, 17:25 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 06:09

Le imprese possono chiedere la cassa integrazione per coloro che si fermano, anche temporaneamente nel corso della giornata, a causa delle temperature troppo elevate. Il richiamo è di Inps e Inail dopo la morte di alcuni lavoratori a causa del caldo estremo di questi giorni: due sono deceduti solo giovedì scorso. La misura è già in vigore da tempo, è stato ribadito in una nota pubblicata sul sito dell'istituto previdenziale in cui si indicano le linee guida per prevenire le patologia da stress termico sui luoghi di lavoro.

Bonus 550 euro una tantum per lavoratori part time: ecco come richiederlo (e chi ne ha diritto)

Le linee guida Inail

 «I fenomeni climatici estremi aumentano il rischio di infortuni sul lavoro e abbiamo dato una pronta, urgente e necessaria risposta», ha affermato il ministro del Lavoro Andrea Orlando. «Le imprese potranno chiedere all'Inps il riconoscimento della Cigo quando il termometro supera i 35 gradi centigradi.

Ai fini dell'integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature «percepite», precisa il ministro. Soddisfatti i sindacati, in particolare il sindacato degli edili della Cgil. 

Le categorie coinvolte

«Con questo intervento di Inps ed Inail - scrive Fillea - ci auguriamo che venga anche superata la scarsa propensione delle aziende ad utilizzare questo strumento, dovuta in parte anche all'incertezza del riconoscimento dell'ammortizzatore da parte dell'Inps. Ora non ci sono più scuse - prosegue il sindacato - le informazioni a disposizione dei consulenti e delle imprese sono chiare e precise. Il lavoro va fermato in presenza di temperature che superano i 35 gradi o percepite come tali, permettendo così di proteggere la salute e la vita dei lavoratori nei cantieri, nelle cave, nelle fabbriche»

 

Le precisazioni

Per quanto riguarda le prestazioni Cigo erogate, fanno sapere dalla stessa Inps, va indicata la causale »eventi meteo« anche in caso di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa a causa delle temperature elevate. In merito alle temperature »percepite«, queste sono più elevate rispetto a quelle reali, tenuto conto della particolare tipologia di lavorazione in atto. Ne sono esempio i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all'aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l'utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore. L'Inps precisa che l'azienda, nella domanda di Cigo e nella relazione tecnica, deve solo indicare le giornate di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa e specificare il tipo di lavorazione in atto nelle giornate medesime, mentre non è tenuta a produrre dichiarazioni che attestino l'entità della temperatura, né a produrre i bollettini meteo. Inoltre, indipendentemente dalle temperature rilevate nei bollettini, l'Inps riconosce la cassa integrazione ordinaria in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell'azienda dispone la sospensione delle lavorazioni in quanto ritiene sussistano rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi i casi in cui le sospensioni siano dovute a temperature eccessive.

© RIPRODUZIONE RISERVATA