Bonus 200 alle colf, la famiglia non pagherà l’assegno. Verifiche preventive per chi ha il Reddito

L’esecutivo vuole evitare l’aggravio a carico dei datori di lavoro domestico

Bonus 200 alle colf, la famiglia non pagherà l assegno
Bonus 200 alle colf, la famiglia non pagherà l’assegno
di Luca Cifoni
3 Minuti di Lettura
Domenica 8 Maggio 2022, 22:03 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 10:44

 Non saranno le famiglie a farsi carico del pagamento del bonus 200 euro per colf e badanti. Era questo uno dei nodi più delicati da sciogliere nella nuova versione dell’aiuto anti-crisi, inserita dal governo nel decreto Energia approvato la settimana scorsa ed allargata rispetto alla platea originaria. I lavoratori domestici sono dipendenti di tipo particolare perché i loro datori di lavoro - a differenza degli altri - non agiscono come sostituti d’imposta prelevando ogni mese l’Irpef dovuta.

Bonus 200 euro e pensioni, a luglio quattordicesima più ricca: ma c'è il tetto del reddito

Bonus 200 alle colf, la famiglia non pagherà l’assegno

Dunque chiedere alle famiglie di anticipare la somma sarebbe molto complicato oltre che penalizzante per i nuclei interessati.

Mentre il provvedimento è ancora atteso in Gazzetta ufficiale (dovrebbe arrivare nei primi giorni di questa settimana) viene quindi valutato un percorso diverso, che potrebbe passare per una richiesta all’Inps analoga a quella presentata dalla stessa categoria per l’erogazione del bonus legato al Covid 19, nel 2020.


GLI AVENTI DIRITTO

Per quanto riguarda invece i percettori di reddito di cittadinanza, anche loro inseriti tra gli aventi diritto con la seconda riunione del Consiglio dei ministri, i 200 euro andranno ai nuclei beneficiari, che nell’arco del 2021 sono stati circa 1,8 milioni: la platea mensile è però più contenuta. In ogni caso il bonus non arriverà a coloro che ne hanno diritto in quanto pensionati e nemmeno ai nuclei in cui figura un lavoratore a basso reddito, che comunque lo riceverà dal datore. Dunque in questo caso l’Inps farà le opportune verifiche prima di caricare la somma sulla tessera di coloro che non hanno ottenuto il beneficio per altra via.

GLI ALTRI LAVORATORI


Nessun problema invece per i pensionati e gli altri lavoratori dipendenti (con l’eccezione degli stagionali che potrebbero avere un canale a parte). Nel primo caso sarà l’ente previdenziale, dunque nella gran parte dei casi l’Inps, a riconoscere la somma aggiuntiva con la rata in pagamento a inizio luglio. Per i dipendenti invece i 200 euro arriveranno dal datore di lavoro, che provvederà a poi a compensarli in tempi rapidi nell’ambito dei propri flussi con il fisco. Salvo ritardi, le retribuzioni interessate dovrebbero essere quelle di giugno. Ancora da definire nel dettagli invece il meccanismo per i lavoratori autonomi. Per loro sarà costituito un apposito fondo: c’è l’ipotesi di attribuire la somma nell’ambito dei versamenti Iva mensili, ma anche in questo caso potrebbe essere utilizzato il percorso già scelto per gli aiuti Covid, che passava per gli enti previdenziali. E sarà l’Inps a provvedere all’erogazione anche nel caso di chi attualmente percepisce un’indennità di disoccupazione. Per tutti i beneficiari c’è il requisito dei 35 mila euro annuali di reddito, calcolati al netto del reddito della casa di abitazione e delle prestazioni assistenziali.


IL PRELIEVO

Complessivamente la platea aggiuntiva oscilla tra i due e i tre milioni di persone, con un aggravio finanziario di mezzo miliardo o poco più. Il numero totale di coloro che riceveranno l’aiuto sale così da 28 a oltre 30 milioni. Il potenziamento del prelievo sugli extra-profitti, dal quale sono attesi oltre 6 miliardi, dovrebbe essere sufficiente per la copertura finanziaria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA