Bonomi, presidente Confindustria: no ai prepensionamenti, sì al taglio del cuneo fiscale

Bonomi, presidente Confindustria: no ai prepensionamenti, sì al taglio del cuneo fiscale
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Sabato 23 Ottobre 2021, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 12:44

«Abbiamo necessità di una manovra che si concentri tutta su come far crescere il Paese, su come essere un moltiplicatore di Pil. Non credo che il reddito di cittadinanza o i prepensionamenti siano la strada». Lo ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, a Napoli per il 36° convegno dei Giovani imprenditori. «Noi dobbiamo mettere le risorse laddove ci fanno crescere. Il taglio del cuneo fiscale mette più soldi in tasca agli italiani, io ritengo sia doveroso e qualcosa che può stimolare la domanda interna completamente ferma, non per la pandemia ma da anni.  Nel 2019 già sostanzialmente avevamo il Paese fermo e se come tutti dicono nel 2022 recupereremo i livelli pre pandemia, vorrà dire che saremo 4 punti di Pil sotto il 2018. Abbiamo un reddito pro capite fermo da 20 anni, abbiamo il cuneo fiscale che è il quinto al mondo, qualcosa bisogna fare». 

Che fare dunque? «Le risorse che auspico siano maggiormente a disposizione sono quelle sul taglio al cuneo fiscale.

Ancora oggi non si è capito come si vuole intervenire. Ribadisco che la nostra posizione è quella di un forte taglio al cuneo fiscale a favore dei lavoratori, per mettere più soldi in tasca ai lavoratori e stimolare la domanda interna che è rimasta ferma, e un taglio sempre del cuneo contributivo delle imprese perché le rende più competitive. Noi abbiamo tre fattori: materie prime, costo dell'energia e l'unico fattore su cui possiamo intervenire per rendere competitivi nostri prodotti, il costo del lavoro, quindi un intervento forte sul cuneo va fatto». 

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Quota 100, invece, «non ci è mai piaciuta, perché abbiamo considerato questa manovra una manovra che non avrebbe mai raggiunto i fini che si prefiggeva. Io ricordo a tutti che ci era stato detto che per ogni persona che andava in pensione ne sarebbero state assunte tre. I dati dell'Istat ci dicono 0,4, cioè che non c'è stato l'effetto sostitutivo. Una manovra che da qua al 2018 ci costa già 12 miliardi è una manovra quindi che costa tanto e non ha raggiunto gli obiettivi».

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