"Bollette, aumenti di 30-35 euro per colpa dei morosi", il messaggio su Whatsapp è una bufala: ecco cosa sta accadendo

"Aumenti di 30-35 euro in bolletta per colpa dei morosi", ma è una bufala: ecco cosa sta accadendo
"Aumenti di 30-35 euro in bolletta per colpa dei morosi", ma è una bufala: ecco cosa sta accadendo
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Venerdì 23 Febbraio 2018, 13:01 - Ultimo aggiornamento: 16:31

Anche a voi è giunto via WhatsApp un messaggio in cui vengono annunciati rincari in bolletta per una cifra compresa tra i 30 e i 35 euro allo scopo di coprire le quote non pagate dai clienti morosi? Bene, sappiate che si tratta di una bufala che, per essere resa credibile, ha anche citato come fonte Altroconsumo. La stessa associazione di consumatori si è affrettata a smentire tutto, sostenendo di non aver nulla a che fare con chi ha ideato e diffuso quel messaggio diventato virale. La realtà, infatti, è diversa da quanto specificato in quel messaggio: ecco cosa sta accadendo e quali sono i possibili scenari futuri.



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CIFRE E DATE INVENTATE Il messaggio invitava ad una vera e propria disobbedienza civile: in attesa di una sentenza del Tar, gli utenti venivano inviatati a pagare solo l'importo di spese fisse e consumi, decurtando in un bollettino postale l'importo della cifra aggiuntiva, di almeno 30 euro. Si tratta di una vera e propria bufala, perché se è vero che potrebbero arrivare degli aumenti in bolletta per tutti gli utenti, di certo questi non scatteranno dal prossimo mese di aprile e non saranno così alti come viene specificato nel messaggio.

COSA È ACCADUTO Tutto è nato da una delibera dell'Autorità per l'energia elettrica, gas e rifiuti (Arera) che, dopo una sentenza del Consiglio di Stato, ha deciso che la cifra stimata di 200 milioni di euro che i clienti morosi non pagano dal gennaio 2016 sarà coperta in parte, per quanto riguarda gli oneri generali di sistema, non dalle aziende fornitrici, bensì dagli utenti
Gli oneri generali di sistema sono una parte delle spese fisse in bolletta, in cui è compresa anche quella più ingente, la A3, relativa al finanziamento per gli incentivi alle fonti rinnovabili. Negli ultimi anni molte delle aziende di energia elettrica più piccole sono fallite proprio a causa dei clienti morosi. Gli oneri che paghiamo in bolletta non finiscono direttamente nelle casse del gestore che ci vende l'energia, ma vengono girati alle aziende di distribuzione che a loro volta li verseranno alla Cassa per i servizi energetici ambientali (Csea) e al Gestore dei servizi energetici (Gse). I distributori, però, in caso di bollette non pagate non riescono ad ottenere quei soldi che hanno anticipato ai venditori e questo costringe le aziende a chiudere.
L'Autorità non aveva altra scelta dopo che una sentenza dello scorso anno del Consiglio di Stato, la 2186/2016, aveva annullato una precedente delibera che imponeva la copertura delle cifre non pagate dai morosi ai venditori e non agli utenti finali. Lo stesso principio era stato poi ribadito in altre quattro sentenza dal Tar della Lombardia.

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GLI SCENARI FUTURI Sì, gli utenti in regola vedranno un sovrapprezzo in bolletta in futuro per coprire le quote non pagate dai clienti morosi. Una decisione che può apparire per molti versi ingiusta, ma dettata dalla giurisprudenza amministrativa. Tuttavia l'Arera ha già garantito che questi rincari saranno molto più bassi dei famigerati 30-35 euro e non saranno introdotti prima di un anno. Inoltre, al momento non è attesa alcuna sentenza del Tar, dal momento che un esposto annunciato dal Codacons non è ancora stato ufficialmente presentato.
Un'altra imprecisione presente in quel messaggio riguarda le modalità di pagamento: essendo inclusi nei costi fissi, i rincari, che comunque, garantisce Arera, saranno irrisori, non saranno decurtabili dall'importo in bolletta.

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ASSOCONSUMATORI DIVISE La notizia ha diviso e non poco le diverse associazioni dei consumatori. La prima a schierarsi, essendo stata citata come fonte nella bufala inviata su WhatsApp, è stata proprio Altroconsumo, che ha puntualizzato, come già detto, di non aver mai diffuso una simile voce e ha spiegato cosa potrebbe accadere dal prossimo anno. Anche il Codacons, che comunque ha annunciato di voler presentare un esposto al Tar della Lombardia contro il principio di punire i clienti in regola, si è affrettato a smentire la bufala, specificando che date e importi sono completamente inventati. Di diverso avviso, invece, l'associazione dell'avvocato napoletano Angelo Pisani, Noiconsumatori, che ha dichiarato: «Vogliono spalmare costi e morosità sui clienti modelli, si parla di bufala ma i rincari sono già reali».

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