Proprio la mancata osservanza di questa delibera ha fatto scattare la sanzione dell'Agcom, il cui Consiglio, nella riunione di oggi, ha deliberato - su proposta del relatore Francesco Posteraro - di irrogare agli operatori Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb, la sanzione massima prevista dalla legge. L'Autorità ha anche emanato apposite linee guida sulla propria attività di vigilanza dell'attuazione, da parte degli operatori, delle disposizioni in materia previste dal dl fisco. La fatturazione a 28 giorni è finita infatti nei mesi scorsi anche nel mirino del Governo che con il decreto fiscale ha di fatto bloccato questa pratica riportando la fatturazione su base mensile per telefoni e pay-tv, con l'esclusione di promozioni non rinnovabili o inferiori al mese. Un divieto che però gli operatori avrebbero iniziato ad aggirare decidendo un aumento delle tariffe.
Tim sta infatti comunicando, attraverso il metodo della modifica unilaterale del contratto, un aumento delle tariffe dell'8,6%: la denuncia arriva dalla Federconsumatori che mette questo aumento in relazione con le disposizioni del dl fisco e avverte sul rischio che seguano a ruota anche gli altri operatori.
Intanto, ai cittadini interessati dagli aumenti di Tim, Federconsumatori ricorda che «possono avvalersi del diritto di recesso da esercitarsi entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione di Tim e rivolgersi alle offerte più convenienti presenti sul mercato». Un invito agli utenti a ribellarsi, presentando richiesta di rimborso alle compagnie telefoniche e alle pay-tv e chiedendo la restituzione delle maggiori somme pagate a causa delle fatturazioni a 28 giorni, arriva inoltre dal Codacons, che definisce la multa dell'Agcom «giusta nelle intenzioni», ma «ridicola» nella sua entità, perché per nulla proporzionata ai ricavi raccolti grazie alla fatturazione a 28 giorni dalle aziende della telefonia, che in due anni hanno incassato circa 2 miliardi di euro.