Benzina, il prezzo sale ancora. «Rincari di 440 euro a famiglia, consumi di Natale a rischio»

Benzina, il prezzo sale ancora. «Rincari di 440 euro a famiglia, consumi di Natale a rischio»
Benzina, il prezzo sale ancora. «Rincari di 440 euro a famiglia, consumi di Natale a rischio»
di R. Ec.
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Martedì 2 Novembre 2021, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 19:07

Prosegue l'ondata di rincari dei carburanti, con le nuove rilevazioni del Ministero dello sviluppo economico guidato da Giancarlo Giorgetti che fissano a 1.749 euro al litro il prezzo medio della benzina, e il gasolio che raggiunge quota 1.613 euro/litro. Una crescita senza sosta che, secondo Assoutenti, rischia di determinare una «gelata» sui consumi di Natale, portando le famiglie a tagliare le spese in occasione delle prossime festività. Anche per il Codacons, se proseguiranno gli aumenti senza interventi compensatori del governo sulle accise, gli effetti potrebbero essere molto pensanti. 

La spesa complessiva di dicembre ale 110 miliardi di euro dei 900 miliardi di consumi annui da parte delle famiglie. Nell'ultimo mese dell'anno si concentra l'11,6% delle spese degli italiani per l'abbigliamento, il 13% di quelle relative agli elettrodomestici, il 12,3% per informatica e Tlc. Le associazioni temono che questo effetto finale di volano sulla ripresa del 2021 possa essere messo a repentaglio (pregiudicando magari il possibile +7% di fine anno) e per questo parlano di «una vera e propria emergenza nazionale». Ma da cosa dipende il fenomeno? E come si può evolvere?

La benzina aumenta ancora, media settimanale a 1,749 euro. In crescita anche il gasolio e il gpl

Caro-benzina, quanto valgono gli aumenti

In generale per la benzina questa settimana l'aumento è stato di 3,41 centesimi rispetto alla settimana precedente. Increscita anche il gasolio di 5,18 centesimi) e il gpl (0,83 euro, +4,53 centesimi).  Nonostante le medie nazionali, poi, in numerosi distributori la benzina, in modalità servito, ha già superato la soglia psicologica dei 2 euro al litro. 

«Durante il Ponte dell'1 novembre - spiega il Codacons- si è registrata una raffica di rincari su tutta la rete, aumenti che avranno effetti pesanti non solo sui costi di rifornimento ma anche sull'inflazione e sui prezzi di una moltitudine di prodotti, con danni per le tasche delle famiglie». 

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«Rispetto ad inizio anno la benzina costa oggi il 21,4% in più, mentre il gasolio è aumentato del +22,3% - afferma il presidente Carlo Rienzi - Su base annua, invece, la verde ha subito un rincaro del +26,4%, e il diesel addirittura del +28,6%. Ciò significa che oggi una famiglia spende in media 440 euro all'anno in più per i rifornimenti di un'auto a benzina e 430 euro annui in più per una auto a gasolio».

Cosa c'è dietro la stangata

Dietro gli aumenti c'è la corsa del petrolio sui mercati internazionali, ai massimi da sette anni. Con l'indice americano Brent che ritorna vicino a quota 85 dollari, le quotazioni dei prodotti raffinati in Mediterraneo aumentano anche se i prezzi consigliati dei maggiori marchi restano invariati, mentre risultano in lieve aumento quelli praticati alla pompa. Ieri le quotazioni dei prodotti raffinati in Mediterraneo hanno chiuso con la benzina a 534 euro per mille litri (+4 euro) e il diesel a 531 euro per mille litri (+6 euro).

La corsa continua nonostante la Cina abbia rilasciato le sue riserve di benzina e gasolio per aumentare l'offerta del mercato. Dal prossimo vertice Opec dei principali produttori di greggio, dopodomani, potrebbe arrivare un aumento dell'offerta di petrolio di 400mila barili al giorno a dicembre. Fino ad ora i paesi produttori non hanno aumentato le quote di produzione di greggio più di quanto non avevano già previsto. Questo mentre la carenza di greggio, determinata dal consumo delle scorte, è sempre più evidente. Più verranno aperti i cordoni dell'offerta, più i prezzi si abbasserano. In parallelo, però, c'è il costo crescente di tutte le materie prime in concomitanza con il rilancio dell'economia mondiale e il boom per energia elettrica e gas, determinato in Europa soprattutto dal minor flusso dalla Russia.

Senza un miglioramento anche su questo fronte, che continua a spingere l'inflazione, sarà difficile che il costo della benzina torni ai livelli del 2019.

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La richiesta di intervento al governo

«Siamo in presenza di una vera e propria emergenza, perché gli incrementi dei listini dei carburanti hanno effetti negativi sull'intero sistema economico - dice il presidente di Assoutenti Furio Truzzi - Oltre ad aggravare la spesa degli italiani per i rifornimenti, il caro- benzina determina maggiori costi in capo a industrie e imprese, causa aumenti dei prezzi al dettaglio e ha ripercussioni sull'inflazione. Famiglie e attività produttive sono così schiacciate dall'escalation dei prezzi di benzina e gasolio, ed è necessario un intervento del governo perché, senza misure per contenere la crescita dei prezzi, il potere d'acquisto dei cittadini subirà un duro contraccolpo e le conseguenze si faranno sentire direttamente sui consumi di Natale, che potrebbero subire un drastico taglio».


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«È necessario- conclude Truzzi- intervenire sulla tassazione che vige sui carburanti, tagliando Iva e accise in modo da contenere la crescita dei listini e limitare gli effetti indiretti del caro- benzina sui prezzi dei prodotti trasportati e sui costi per industria e imprese».

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