Bankitalia sceglie la continuità e la tradizione e ieri Ignazio Visco ha proposto al Consiglio superiore, riunito in seduta straordinaria, la nomina di Luigi Federico Signorini quale nuovo direttore generale: succede a Daniele Franco, chiamato da Mario Draghi al governo in veste di ministro del Tesoro. Il prescelto assume anche la carica di presidente dell'Ivass.
La banca centrale è coinvolta della nuova fase governativa di cui è protagonista il premier, che vi ha ricoperto la carica di governatore tra il 2005 e il 2011.
Questa volta però sono da escludere colpi di scena e interferenze come quelle di cui è stato vittima lo stesso Signorini a febbraio 2019 in occasione del rinnovo della nomina a vicedirettore generale: M5S si mise di traverso con motivazioni a dir poco strumentali, al punto che il banchiere centrale fu messo in stand by per tre mesi fino al 3 maggio, quando la querelle ebbe fine.
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Il nuovo dg è nato a Firenze e a ottobre compirà 66 anni. Secondo le norme interne, può svolgere altri due mandati da sei anni ciascuno. Prima di entrare in Bankitalia si è occupato di più attività, tra cui il giornalista, l'insegnante, il consulente legislativo a livello regionale. Nel 1982 è entrato nel Servizio Studi di Via Nazionale, dove si è occupato dapprima di struttura e politica industriale e poi di analisi congiunturale. Tra il 1986 e il 1995 è stato di nuovo a Firenze, presso il Nucleo regionale di ricerca economica della Banca: lì studia l'economia e il sistema bancario regionale e in particolare i meccanismi alla base del successo dei distretti industriali della Terza Italia. Tra il 1994 e il 1996 ha collaborato con il premier Lamberto Dini come consulente e speechwriter. Poi è rientrato al Servizio Studi, come coordinatore dei Nuclei regionali di ricerca e dirigente del settore reale. E da allora ha compiuto una progressione di carriera. Ora è anche membro del direttorio integrato dell'Ivass, del Comitato di Basilea e del Board of Supervisors dell'Autorità bancaria europea.
In seduta ordinaria il Consiglio Superiore ieri ha esaminato il bilancio 2020 che sarà approvato dall'assemblea del 31 marzo: per motivazioni comuni ad altre banche centrali, l'assegno al Tesoro dovrebbe essere meno congruo rispetto a quello dell'anno passato.