Circa 125 euro in più al mese. Che, considerando anche tredicesima ferie e Tfr, diventano quasi duemila euro in più all’anno. Sarebbe questo l’aumento dello stipendio per una badante a tempo pieno che le famiglie italiane dovrebbero sostenere da quest’anno se domani durante la riunione al Ministero del Lavoro tra le organizzazioni datoriali e i sindacati non si dovesse trovare un accordo.
Meloni si fa gli auguri: «Saremo coraggiosi e concreti». Pressing di Salvini sull'Autonomia https://t.co/0wjV7rvUy3
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) January 15, 2023
Colf e badanti, gli aggiornamenti
Secondo quanto previsto dall’articolo 38 del contratto nazionale di colf e badanti, infatti, ogni anno è previsto un aggiornamento in base alle variazioni del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’Istat al 30 novembre. Con l’inflazione galoppante quest’anno le famiglie si ritroverebbero a dover sostenere aumenti intorno al 9%.
Gli aumenti
Per le famiglie che già versano a badanti, colf e babysitter una paga superiore al minimo sindacale non sono previsti aggiornamenti. Per le altre invece gli aumenti, rispetto ai minimi del 2022, sarebbero pari al 9,2%, mentre per i valori di vitto ed alloggio sarebbero dell’11,5%.
I rischi
A fronte di aumenti così consistenti il rischio è che molte famiglie, non potendo far fronte alle maggiori spese, rinuncino agli aiuti domestici, diminuiscano le ore utilizzate, oppure aumentino i contratti in nero. Gli aumenti ai collaboratori domestici, infatti - fanno notare le associazioni che rappresentano i datori di lavoro - «solo in parte sono compensati dagli adeguamenti delle pensioni, i cui beneficiari sono però una platea ristretta, e dal rinnovo dei contratti collettivi scaduti di altri comparti, ove venissero rinnovati nel corso del 2023». Il lavoro sommerso nel settore è già molto diffuso.
La proposta
Fidaldo (Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico) in rappresentanza di Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc ha proposto «uno scaglionamento nel tempo di questi incrementi» su base trimestrale. In pratica il cento per cento di aumento scatterebbe soltanto con l'ultimo trimestre 2023.
Le retribuzioni
Gli attuali minimi tabellari per il lavoro domestico si dividono su 8 livelli di inquadramento. I lavoratori che svolgono prevalentemente mansioni orientate alla cura e alla gestione della casa sono inquadrati nei primi 4 livelli (A, B, C, D), mentre il personale dedicato all’assistenza delle persone è inquadrato al livello ‘super’. Con il Ccnl dell’ottobre 2020 è previsto un solo livello d’inquadramento per le babysitter: il Bs. É stata introdotta, inoltre, la figura dell’educatore formato inquadrato dal livello Ds il cui ruolo consiste nell’assistere un familiare affetto da disabilità psichica, da disturbi relazionali o dell’apprendimento
I livelli di retribuzioni cambiano in base alla mansione e in base all’instaurazione della convivenza o meno. Per un lavoratore convivente a tempo pieno che svolge esclusivamente lavori di pulizia della casa i minimi tabellari attuali, a seconda dell’esperienza e dell’anzianità professionale del lavoratore, vanno da 664,09 euro fino a 1267 euro al mese (oltre a vitto e alloggio). Per questi profili gli aumenti in discussione quindi vanno da circa 60 euro al mese fino a 114 euro al mese. Per i lavoratori conviventi non a tempo pieno (fino a 30 ore settimanali) i minimi tabellari attuali vanno da 603 a 700 euro al mese. Per i lavoratori non conviventi i calcoli si fanno sulla paga oraria che va da un minimo di circa 5 euro a oltre 10 euro (più indennità varie) nel caso di assistenza a persone non autosufficienti.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout