Banche, la sfida ora si gioca sul welfare aziendale per le imprese clienti

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di Marco Barbieri
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Mercoledì 3 Febbraio 2021, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 15:27

C'è anche il capitolo welfare aziendale tra i tanti temi della razionalizzazione successiva all’acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa Sanpaolo. I due istituti di credito sono stati tra i primi a cogliere l’importanza dei servizi di welfare aziendale da offrire alle proprie aziende clienti, accanto ai tradizionali servizi bancari. E si sono mossi con strategie e partner diversi. «Il nostro gruppo annette da sempre una grande importanza al welfare aziendale, considerandolo sia un utilissimo strumento di integrazione del Welfare State sia un volano per la generazione di valore per l’impresa e per i suoi dipendenti» sostiene Andrea Lecce, responsabile della direzione sales marketing privati e imprese retail di Intesa Sanpaolo. «Abbiamo lanciato nel 2017 Welfare Hub, il servizio per la gestione dei programmi di welfare aziendale attraverso l’accesso ad una piattaforma digitale multicanale pensata per essere non soltanto uno strumento per la gestione dei flexible benefits ma una piattaforma di relazione in grado di accrescere il ruolo sociale delle imprese e formare e coinvolgere i lavoratori per favorire, in ultima analisi, il benessere della persona e lo sviluppo delle comunità e dei territori locali».

DUE PIATTAFORME

A fine 2020 erano tremila le imprese (per un totale di 44mila lavoratori dipendenti) attive sulla piattaforma Welfare Hub, offrendo una gamma di oltre 50mila esercizi convenzionati. «Il nostro prossimo obiettivo è quello di integrare e capitalizzare al meglio anche la positiva esperienza che Ubi – con Ubi Welfare – ha maturato nel settore in maniera tale da proseguire il percorso intrapreso per consolidare presso le Pmi il ruolo di player primario di mercato per la gestione del Welfare Aziendale e, soprattutto, di partner commerciale di prossimità affidabile ed efficace». La razionalizzazione riguarda anche la scelta della piattaforma da utilizzare. Welfare Hub di Intesa utilizza quella di Jakala, Ubi Welfare si è da sempre appoggiato a quella di DoubleYou, il provider da qualche anno acquisito dal Gruppo Zucchetti. Ma qual è l’obiettivo di questo irrinunciabile presidio delle banche nell’offerta di servizi di welfare aziendale alle imprese (soprattutto Pmi) clienti? Certamente si tratta di fidelizzare la clientela attraverso servizi non bancari.

Ma c’è chi ci vede un evidente strumento di marketing, soprattutto rivolto alla clientela retail. Attraverso le aziende clienti la banca può acquisire nuovi soggetti cui rivolgere i propri prodotti bancari e assicurativi sotto forma collettiva e individuale.

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BANCA DI RIFERIMENTO

UniCredit dal 2017 si è dotata dell’offerta UniCredit Welfare, frutto di una collaborazione con Jointly, uno dei provider più attivi sul mercato, «con il duplice scopo di promuovere al loro interno il welfare aziendale in diverse forme, e di rendere UniCredit la banca di riferimento per i loro dipendenti – spiegano in banca – Grazie a UniCredit Welfare, le Pmi possono gestire l’erogazione di contributi welfare verso i loro dipendenti, in modo semplice e con zero complessità amministrative, garantendo al tempo stesso la più ampia scelta di spendibilità dei contributi». «Alla marginalità del servizio in senso stretto, Bper affianca l’obiettivo di consolidare e strutturare collaborazioni durature con la clientela imprese» spiega Davide Vellani, Responsabile Direzione imprese e corporate finance di Bper Banca. Per Credem (che si avvale della partnership di Eudaimon) «l’offerta di welfare aziendale per le imprese clienti non è solo una strategia di conservazione del business, ma una modalità per avvicinare tutti alle tematiche della sostenibilità: la sostenibilità in un’azienda comincia dall’attenzione ai propri collaboratori e al proprio territorio» aggiunge Alessandro Denti, Responsabile sviluppo aziende e privati. Non manca chi si affaccia al mercato del welfare aziendale per offrire i servizi del proprio “ecosistema” di imprese. È il caso di Bnp/Paribas, che in queste settimane ha lanciato “WellMakers”. «A disposizione delle aziende e dei loro collaboratori, attraverso una piattaforma digitale, si potranno scegliere più di 400 servizi e soluzioni – spiega Andrea Veltri, Responsabile dell’offerta nell’ambito di Wellmakers Bnp Paribas, nonché deputy ceo di Bnp Paribas Cardif Italia – a condizioni dedicate, per la salute, la prevenzione, il supporto alla famiglia, l’istruzione, la protezione casa e lavoro, il tempo libero, le esigenze di finanziamento: Arval per i servizi di mobilità sostenibile; Bnl con una proposta completa nel retail, private e corporate; Bnp Paribas Cardif e Cargeas per il settore assicurativo; Findomestic nel campo del credito al consumo».

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