B-corp e non solo, Pierluigi Stefanini (Asvis): «Sostenibilità, vi presento il quarto pilastro del sistema)

B-corp e non solo, Pierluigi Stefanini (Asvis): «Sostenibilità, vi presento il quarto pilastro del sistema)
di Marco Barbieri
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 07:39

Lo sviluppo sostenibile nella didattica delle scuole italiane.

È una delle richieste che l’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) aveva avanzato al governo Draghi e che ora arriverà sul tavolo del ministero dell’Istruzione e del Merito. Una prima richiesta di cui si fa portavoce il presidente dell’Asvis, Pierluigi Stefanini. «In realtà abbiamo già depositato un decalogo all’inizio della campagna elettorale a tutti i partiti – aggiunge Stefanini – ovviamente al nuovo governo chiediamo qualcosa di più specifico. Il protocollo di collaborazione col ministero dell’Istruzione, così come una proposta di politiche di transizione ecologica coerenti con la modifica dell’articolo 9 della Costituzione avvenuta quest’anno, anche per l’iniziativa avviata dall’ex portavoce dell’Asvis, Enrico Giovannini: tra i principi fondamentali della Carta, è stata inserita la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi “anche nell’interesse delle future generazioni”. Ci auguriamo che l’azione di governo sia coerente con questo nuovo dettato costituzionale».

Non c’è il rischio di una nuova retorica della sostenibilità?

«Il nostro impegno è proprio quello di sottrarre i temi dello sviluppo sostenibile alla retorica della sostenibilità. L’obiettivo che si propone l’Alleanza è la creazione di condizioni concrete di uno sviluppo equamente distribuito tra le persone, nelle comunità, tra i Paesi. Un occhio di riguardo deve essere rivolto alle fragilità, per rendere l’ambiente durevole e coerente con le esigenze della dignità umana».

La sostenibilità è ormai una parola chiave, nata nell’orizzonte ambientale. Oggi eccede questo perimetro.

«Assolutamente sì. C’è un salto da fare. La sostenibilità ha una triplice dinamica: ambientale, sociale ed economica.

E ha un quarto pilastro: la sostenibilità istituzionale. Dobbiamo porre attenzione alle condizioni che preservano l’ambiente per le future generazioni, ma allo stesso modo dobbiamo favorire le pari opportunità e i nuovi equilibri di genere, fino ad affermare nell’attività economica un’attenzione alla salvaguardia dei valori che rendono l’impresa più competitiva proprio se è più sostenibile».

Uno sguardo alle B-corp, le società benefit che richiamano nel proprio statuto non solo l’obiettivo del profitto, ma anche quello della crescita della comunità.

«Non si tratta solo del movimento delle B-corp, ma di uno sguardo complessivo alla responsabilità sociale delle imprese, alla consapevolezza del ruolo che l’impresa riveste nel territorio e che la finanza sostenibile riconosce individuando nelle realtà sostenibili un solido orizzonte di investimento. Si potrebbe fare l’esempio del welfare aziendale».

Come paradigma di una nuova sostenibilità?

«C’è un’integrazione da promuovere tra impresa privata e obiettivi di tenuta e sviluppo sociale. Le iniziative delle imprese a favore del welfare integrativo per i propri dipendenti vanno in questa direzione: rafforzare la dimensione territoriale in cui l’azienda è radicata e dove i lavoratori vivono le loro relazioni personali e familiari. Deve essere preservata una nuova dinamica pubblico-privato, dove il ruolo dell’azienda è spesso quello di un volano insostituibile di protezione e di integrazione sociale».

C’è un riverbero della sua vita precedente al vertice del Gruppo Unipol?

«Perché no. Integrare le coperture sanitarie e previdenziali è uno dei modi per essere sostenibili. E il nuovo welfare è una delle dinamiche che consentono di praticare uno sviluppo sostenibile, nel senso che ricostituisce un’alleanza irrinunciabile tra generazioni, sottraendoci alla tentazione di una economia estrattiva per sceglierne una rigenerativa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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