Franchetti, AI e nuovi software per la clinica che cura i ponti dall'Italia al Brasile

La società vicentina lavora su un database di oltre 40mila strutture

Franchetti, AI e nuovi software per la clinica che cura i ponti dall'Italia al Brasile
di Maurizio Crema
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 09:44

Il “medico dei ponti” Paolo Franchetti è ormai uno degli ingegneri più ricercati d’Italia e non solo.

«Le prospettive sono di un’ulteriore impennata delle commesse anche per il traino dell’arrivo alle società e alle amministrazioni pubbliche dei fondi del Pnrr», spiega questo ingegnere veneto di 49 anni che nel 2013 ha fondato la società che porta il suo nome nel paese natio di Arzignano (Vicenza) sviluppando un business in anticipo sui tempi e anche sulle disgrazie come il crollo del Morandi: «Ormai siamo travolti dal lavoro, il tema del monitoraggio dei ponti è stato ignorato e ora si cerca di correre ai ripari, in Italia come all’estero».

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E chiamano lui, l’ingegnere veneto che ha inventato software per tastare il polso alle opere infrastrutturali. Grazie ai propri sistemi e alle competenze accumulate in vent’anni di lavoro, la Franchetti Spa aiuta concessionarie e amministrazioni pubbliche a gestire e ottimizzare il monitoraggio e l’allocazione degli investimenti e degli interventi di manutenzione.

STRUMENTI

Con software avanzatissimi si progetta il monitoraggio, i sistemi di diagnosi, e grazie al proprio data base su oltre 40mila ponti, si trovano gli strumenti per la pianificazione degli interventi e l’ottimizzazione degli investimenti. Franchetti lavora con tutti i principali concessionari e pubbliche amministrazioni proprietarie delle infrastrutture, ma anche per fondi d’investimento specializzati. E oggi l’azienda di ingegneria vicentina quotata in Borsa da settembre da quasi 5 milioni di valore della produzione (il 40% all’estero, uffici anche in Brasile e Canada) e un risultato netto di 1,8 milioni (+ 80% sul 2021) con circa 70 addetti sta vivendo un’impennata di ordini arrivati a 22,6 milioni dai 20 milioni a fine 2022. Il frutto di un lavoro da pioniere. Franchetti, laurea in ingegneria all’università di Padova, dove capì che potevano esserci dei problemi per le infrastrutture. «Anche i ponti invecchiano, proprio come noi – racconta al telefono dall’estero – il cemento e l’acciaio si usurano, aumentano i carichi che devono sopportare. L’ho scoperto quando un mio professore dell’università, Claudio Modena, mi spedì a studiare il ponte sul Piave di San Donà, nel Veneziano.

Da lì è iniziato un lavoro di analisi con la Regione Veneto che continuo tutt’oggi, in scala più grande». La sua società è diventata una piccola multinazionale innovativa che ormai lavora su intelligenza artificiale e software sempre più avanzati per “predire” il futuro delle infrastrutture. E lo fa da diverse sedi. «Abbiamo un ufficio anche a Roma ed entro giugno apriremo a Padova, voglio essere vicino alle università dove posso trovare i giovani talenti: è una fatica bestiale trovare la gente da assumere – evidenzia l’ingegnere vicentino – E ora deve partire anche il mercato Nord Americano dove stiamo valutando possibili obiettivi per proseguire la crescita per linee esterne».

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