Renzo Rosso: «Troppi finti creativi sui social. Ho pensato di mollare ma con Diesel rilancio»

Renzo Rosso: «Troppi finti creativi sui social. Ho pensato di mollare ma con Diesel rilancio»
di Maurizio Crema
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 15:32

Per un momento ho pensato di chiudere con la moda. Quando ho visto della gente diventare famosa per delle cretinate, degli incapaci diventare stilisti e creativi di successo grazie ai social, mi son detto ma chi me lo fa fare... Io che lavoro come un cane, che ho 43 anni di cultura e di know how nel mondo della moda, devo misurarmi con questi! Meglio impegnarsi in altre aree dove la gente è più vera e meno effimera».

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Cosa le ha fatto cambiare idea?

Renzo Rosso, 65 anni, ci pensa un po’, è in collegamento video, come si è obbligati in tempo di Covid. Dietro di lui spuntano ricordi di vita dell’imprenditore veneto che ha lanciato nel mondo Diesel e costruito un gruppo della moda come Only The Brave da 1,5 miliardi di fatturato nel 2019 e 7000 dipendenti («Quest’anno perderemo meno del 20%, altri concorrenti faranno peggio»). Ricordi di una vita piena e ricca di successi. Che oggi è ripartita a pieno ritmo. «L’adrenalina di tornare a lavorare sul campo - risponde deciso - Quando ho ripreso in mano Diesel, che non andava bene, non pensavo di tornare a impegnarmi così in profondità.

Ora sono completamente assorbito. Diesel è come il mio bambino, è il marchio che mi ha portato all’apice, e oggi sta tornando a crescere bene. E ho riscoperto anche il mondo della moda, quella vera: non avrei quella velocità mentale, se non avessi potuto avere a che fare con gente veramente speciale».

Però oggi c’è il Covid.

«Sono ancora stupito dall’effimero che resiste nonostante tutto. Ma ora c’è bisogno di meno celebrazioni, meno feste, meno show. È arrivato il momento di essere più concreti».

Lei parlava di gente che grazie ai social è diventata famosa. Allude forse a Chiara Ferragni? «No. La Ferragni è una delle più grandi professioniste in circolazione, una che non se la tira: ha costruito una sua cultura, ha un’impresa solida, non è una che improvvisa. Ci sono tanti altri che invece lo fanno».

Frida Giannini, l’ex stilista di Gucci ritiratasi dalle passerelle, ha denunciato che nel fashion c’è ancora una lobby maschile.

«Non è vero. Per me non sono mai esistite questioni di genere, di religione, colore, sesso. Ricordo che in una campagna di tanti anni fa ho pubblicato le foto dei marinai che si baciavano di David LaChapelle: ho avuto dei problemi con il mondo dell’editoria ma siamo andati avanti per la nostra strada. Fin dalla nascita, alla fine degli ‘70, siamo sempre stati globali e uno shaker di culture».

La pandemia come sta cambiando Otb?

«Questo Covid – al di là delle troppe morti e delle terribili sofferenze che ha portato – per certi aspetti è anche un toccasana. Ci ha obbligato a fare un passo avanti deciso nella tecnologia: ora abbiamo un avatar che può indossare i vestiti che creiamo, così sviluppiamo i modelli che poi facciamo produrre nei nostri vari laboratori. Abbiamo creato uno show room digitale dove fare mini sfilate. E stiamo realizzando una app che ci permetterà di avere contatti più approfonditi con i nostri clienti. I nostri negozi esisteranno sempre, ma non nei piccoli centri, e serviranno per dare una vera esperienza del nostro mondo».

Cosa fa Otb per la sostenibilità, altro tema molto di moda?

«Pensavo che la moda fosse solo bella, ma mi sono accorto purtroppo che è anche un mondo che inquina molto. E ho deciso di lavorare terribilmente sulla sostenibilità del prodotto. E poi c’è la sostenibilità sociale: le condizioni di lavoro nelle mie aziende, degli artigiani che lavorano per me».

Ottimista malgrado il Covid e la crisi. Perché?

«Sono sempre stato un positivo, ma qualche mese fa ho anche avuto una lezione. Siamo stati contagiati io, la mia compagna, nostra figlia. Non è stata una passeggiata. Ho capito ancora di più quanto sia importante la serietà nei confronti delle persone e dell’ambiente. Per questo mi fa ancora più rabbia quando in piazza vedo assembramenti. L’Italia e anche l’Europa hanno gestito male questa epidemia, in Cina c’è stata più serietà».

Voi di Otb nell’emergenza vi siete mossi in silenzio.

«Abbiamo parlato con i responsabili di 61 ospedali e 32 case di riposo, chiesto quello di cui avevano bisogno, fornito mascherine, respiratori, macchine per purificare l’aria. Ma in certe strutture ci hanno chiesto anche le tangenti per fare le donazioni. Per fortuna in Veneto c’è Zaia, che dovrebbe avere un ruolo di coordinamento delle regioni per la lotta alla corruzione e agli sprechi».

E per fortuna presto arriverà il vaccino...

«E succederà il solito casino: chi sì, chi no, la gente andrà in piazza. Facciamo come Cina o Corea, una app per tutto che deve essere sempre aggiornata. E non mi si faccia discorsi moralistici, tanto con gli smartphone siamo già controllati. Con la tecnologia facciamo tutto ma poi vogliamo ammazzarci per salvare la privacy. In Italia avremo bisogno di più disciplina e di una politica che decida, che guardi al futuro. E basta con i soldi a pioggia a tutti».

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