Potrebbero essere gli effetti post-pandemia a rivitalizzare il mercato delle offerte di nuova quotazione (Initial pubblic offering) in Europa, tra società tech e biotech, ma anche imprese che hanno spostato il loro baricentro verso l’online. E chissà che l’aria nuova, tra caccia alla sostenibilità e spinta alla digitalizzazione, non rianimi anche il mercato di Piazza Affari. Perché il segmento Aim di Borsa Italiana, dedicato a start-up e scale-up, più tagliato per Pmi e procedure più snelle (un formidabile trampolino secondo EY) può essere una leva preziosa che si adatterebbe bene alla platea potenziale di ben 2.250 imprese. E l’estensione del credito d’imposta sui costi di quotazione per il 2021 potrebbe dare un ulteriore aiuto. Qualche segnale positivo in Europa si è già visto nei primi mesi del 2021, dopo un 2020 decisamente magro per le quotazioni in Borsa, proprio nell’anno in cui a livello globale la raccolta sulle nuove quotazioni è stata la più alta del decennio (331 miliardi di dollari con un incremento del 42%). Il record va agli Stati Uniti (480 quotazioni), dove matricole tech e biotech registrano rialzi fino al 500%.
Una rotta seguita discretamente anche dalla Cina (365 quotazioni con un balzo medio dell’81%), senza contare la mega Ipo di Ant bloccata per questioni regolatorie. Modesto invece il Vecchio Continente, con soli 135 debutti. E in Italia? Nel 2020 si sono quotate 23 società.
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