Batterie, biofuel e gas: ecco chi farà affari con l'IRA americana

Osservata speciale per l'idrogeno pulito c'è l'italiana Industrie DE Nora

Batterie, biofuel e gas: ecco chi farà affari con l'IRA americana
di Roberta Amoruso
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 09:44

Dopo 15 anni di corsa sfrenata, la rivoluzione dello scisto negli Stati Uniti, fonte di una potenza unica al mondo come produttore di petrolio e gas, sta entrando nella sua età di maturità, verso il declino finale.

Ecco perché gli americani hanno bisogno di un’altra rivoluzione energetica se vogliono mantenere una leadership in materia di bassi costi energetici. Secondo le stime di Goldman Sachs, le tecnologie rinnovabili sono ora la rotta da seguire e possono fornire addirittura il doppio dell’energia prodotta dallo scisto, sbloccando 3.000 miliardi di dollari di investimenti infrastrutturali nel prossimo decennio. L’IRA, l’Inflation Reduction Act of 2022 varato dagli Stati Uniti, con la sua dote di quasi 370 miliardi di euro fornisce il terreno normativo più favorevole nella storia della tecnologia pulita, capace com’è di sbloccare risorse quasi triple rispetto a quelle stimate dallo stesso Congressional Budget Office (CBO): si arriverà a 1,2 trilioni di dollari di incentivi pubblici entro il 2032, tra solare, eolico, veicoli elettrici e sistemi di accumulo energetico (elettroni rinnovabili), ma anche bio-energie, come le biomasse che utilizzano rifiuti organici e scarti, idrogeno pulito e cattura del carbonio (molecole rinnovabili).

Un’occasione per far decollare la prima diffusione su larga scala di idrogeno verde finora bloccata da costi fuori mercato. Il settore che brinderà di più agli effetti dell’IRA? Senza dubbio i trasporti, dicono da Goldman Sachs, il comparto con più alte emissioni negli Usa. Ma sono almeno 21, secondo gli esperti, le società che faranno il pieno di benefici dal Piano di incentivi. E non soltanto negli Stati Uniti.

Tecnologie green e incentivi, prove di dialogo tra gli Stati Uniti e i suoi alleati

LA TECNOLOGIA

Partiamo dalle società manifatturiere “di casa”, esposte alle vendite interne che possono trarre vantaggio dalla crescita delle installazioni solari: si va dai produttori di pannelli solari (First Solar, Maxeon) ai fornitori di inverter (Enphase Energy, SolarEdge) fino ai produttori dei cosiddetti “inseguitori solari” (Tecnologie Array), cioè quei sistemi che inseguono la posizione del sole durante l’arco della giornata e permettono di incrementarne la producibilità energetica rispetto agli impianti di tipo fisso. Inoltre, il Piano rappresenta certamente un volano per i produttori coreani di batterie che stanno rapidamente espandendo la loro capacità negli Stati Uniti dopo anni di sviluppo di know-how e rapida localizzazione della filiera. Per esempio LG Chem, con la sua posizione unica come produttore di batterie integrate (dal catodo alla batteria) a rendimenti più elevati negli Usa, «non è ancora pienamente apprezzato dal mercato», dicono gli esperti.

LA TRANSIZIONE

E ancora, il Piano Usa sarà una preziosa spinta all’adozione di veicoli elettrici e contribuirà a incoraggiare investimenti e a rafforzare i piani dei costruttori e dei produttori di ricambi originali (Oem) per la transizione ai veicoli elettrici, oltre a fornire ulteriori incentivi per i consumatori e abbattere i costi delle batterie. I costruttori di auto in grado di produrre batterie e assemblare in Nord America sono senz’altro sotto i riflettori, con Tesla in prima linea. Sul fronte idrogeno, invece, allargando lo sguardo all’area EMEA (Europa Medio Oriente e Africa), spicca l’italiana Industrie De Nora, «posizionata in modo unico nella catena del valore dell’idrogeno verde, con la sua esperienza elettrochimica di lunga data, l’impronta globale, la comprovata proprietà intellettuale e la posizione di leader nel mercato globale degli elettrodi rivestiti in metallo».

Ma c’è anche la norvegese Nel, uno dei principali fornitori di soluzioni di idrogeno, che offre apparecchiature per la produzione e la distribuzione di idrogeno da fonti green. Entrambe le società hanno inoltre produzioni locali negli Stati Uniti.

Tra le società Usa di servizi energetici, Goldman Sachs segnala invece Baker Hughes per l’offerta di energia legata a cattura del carbonio e idrogeno. Ma anche MasTec trarrà vantaggio dall’impulso agli investimenti green. Passando al settore agricoltura, osservate speciali sono Archer-Daniels-Midland, Bunge, Darling Ingredients e Green Plains per lo sviluppo atteso dei carburanti rinnovabili. Ma le prospettive di crescita nei rendimenti dei bio-gas prodotti da scarti e rifiuti organici, spingerà anche i big dei servizi ambientali, da Republic Services a Waste Management, da Waste Connections a GFL Environmental. Mentre Freeport e Alcoa beneficeranno dell’aumento della domanda di rame e alluminio.

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