Investimenti, dal FinTech ai media le prime della classe

Investimenti, dal FinTech ai media le prime della classe
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 13:05 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 07:43

Ci sono sei settori che terranno banco nel 2023 e vantano un posto in prima fila tra i “top picks” di Credit Suisse per il 2023.

Si va dal capitolo Technology – Internet, FinTech & Pagamenti, ai Consumi di base, dal Farmaceutico al Capital Goods, dal Media all’estrazione di metalli e minerali. Adyen, Nexi ed Edenred sono i preferiti nel settore Tech dell’area EMEA. Su Nexi, società PayTech italiana quotata su Euronext Milan, la crescita minima del 7% dei ricavi per il 2023 sembra «a portata di mano», per la comparazione favorevole nel 1° e 2° trimestre e le sinergie dei ricavi. «Dopo diversi recenti venti contrari (preoccupazioni macro fiscali italiane e vendita da parte di Intesa Sanpaolo dell’intera quota del 5%) le notizie negative sono pienamente prezzate», viene sottolineato. Allargando lo sguardo al settore, Credit Suisse identifica come temi chiave per il 2023: l’aumento dell’adozione da parte dell’area EMEA di pagamenti basati su software e servizi finanziari incorporati; il progresso nel consolidamento dei merchant acquiring europei tra gli operatori con scala; crescente importanza dell’Open Banking e dell’Open Finance in Europa.

FARO SUI FONDAMENTALI

 Tra i media occhi puntati sui fondamentali solidi del gruppo inglese RELX, sull’olandese Wolters Kluwer sempre più concentrata sui prodotti cloud e CD Projekt, una software house polacca famosa per il lancio del videogioco Cyberpunk 2077.

Mentre tra i primi della classe nel settore dei Consumi di base, da segnalare Unilever, ora capace di spostare l’attenzione dai margini alla crescita e ben esposto ai Paesi emergenti. Haleon è invece da monitorare per le prospettive di coinvolgimenti in operazioni di vendita o più in generale di M&A anche dopo che gli azionisti Pfizer e GSK hanno fatto sapere che non venderanno le proprie azioni. E ancora Beiersdorf può beneficiare del cambio di management. Tra i farmaceutici, Sanofi, Roche e Lonza terranno banco in un settore poco toccato dall’inflazione (negli Stati Uniti è più facile aumentare i prezzi) e baciato dalla forza del dollaro. Nel settore dei Capital Goods (attrezzature a macchinari), invece, gli osservati speciali anche per l’esposizione alla Cina sono innanzitutto Schneider e KONE. Ma anche Assa Abloy, Prysmian, Siemens ed Electrolux in un contesto di domanda crescente. Infine, Glencore, Rio Tinto e Anglo American sono tra i preferiti nel settore metalli ed estrazioni minerarie. E anche in questo caso il principale catalizzatore è la riapertura della Cina post-Covid.

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