Sardegna prima isola in Europa a zero emissioni. E con le bollette dimezzate

Sardegna prima isola in Europa a zero emissioni. E con le bollette dimezzate
di Michele Di Branco
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 15:06 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 06:00

Una regione senza gas, completamente elettrificata, capace di sfruttare il sole e il vento. Nell’Italia che marcia verso l’obiettivo di abbattere le emissioni di CO2, la Sardegna si candida per diventare, entro il 2030, la prima isola del Mediterraneo totalmente green. È questo uno degli obiettivi di Enel che ha rilanciato i suoi programmi dialogando con le istituzioni locali e raccogliendo diffusi consensi. La Sardegna ha un contesto unico per lo sviluppo dell’elettrificazione, con una presenza limitata di settori in cui è più difficile abbattere le emissioni e un utilizzo marginale del metano. Guardando alle città, già oggi nel territorio isolano c’è un’alta percentuale di elettrificazione degli edifici, circa il 42%, ben 16 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. C’è inoltre un ampio spazio per aumentare questa percentuale con la possibilità di sostituire consumi per circa 1,3 TWh di GPL (il TWh, o Terawatt, equivale a mille miliardi di Watt o a un miliardo di Chilowatt) e 0,8 TWh di gasolio. Sul territorio poi circolano circa 1,1 milioni di auto, con consumi per circa 6 TWh, con percorrenze basse rispetto alla media italiana che facilitano il processo di passaggio alla mobilità elettrica. Senza dimenticare il turismo, tesoro della Sardegna, l’isola può diventare più sostenibile grazie all’opportunità di elettrificare porti e flotte a noleggio e per transfer, attualmente quasi totalmente alimentate con prodotti petroliferi.

ECCELLENZA

L’industria regionale è già altamente elettrificata (44%); per settori come alimentare, manifattura e macchinari, con consumi di circa 1 TWh, le tecnologie elettriche sono già economicamente competitive. Inoltre le caratteristiche dell’isola, con alto irraggiamento e alta ventosità, favoriscono la crescita da rinnovabili. La Sardegna può quindi candidarsi a diventare l’eccellenza italiana della sostenibilità ed essere la prima regione a raggiungere la neutralità climatica, in anticipo rispetto al 2050, con vantaggi economici, ambientali e sociali. Uno studio di Enel non ha dubbi: a famiglie e imprese conviene. Le prime hanno tre vantaggi: sistemi più efficienti, costi minori, taglio della anidride carbonica prodotta, ormai una nuova tassa ambientale. Nel primo caso una famiglia, calcolando sistemi tradizionali per riscaldamento, acqua calda, cucina e mobilità, consuma 15 Megawattora l’anno, spende poco più di 2.000 euro e produce 3,7 tonnellate di CO2 in dodici mesi. La stessa famiglia “elettrificata” con pompe di calore, forni a induzione e auto elettriche consuma 5 Megawattora, spende 1.100 euro e produce 600 chili di CO2, con un taglio delle emissioni dell’80%. Saranno gli incentivi, già in corso, a facilitare il passaggio per il consumatore, da una tecnologia fossile a una elettrica. Le tecnologie cardine per raggiungere questi obiettivi sono mobilità elettrica, pompe di calore e cold ironing, con un’attesa di crescita della domanda elettrica di 1,8 TWh al 2030. E nel contempo la produzione dell’energia attraverso la transizione diretta a un sistema basato su rinnovabili e accumuli è in grado di ridurre dell’80% l’intensità emissiva. Le azioni necessarie sono: la chiusura delle centrali a carbone, l’introduzione di un collegamento alla rete elettrica nazionale (il Tyrrhenian link), lo sviluppo si accumuli per 0,7 GW e delle rinnovabili per 4,4 GW.

IL COLLEGAMENTO

«Grazie al collegamento col Tyrrhenian Link di Terna la Sardegna potrà contare su un collegamento da 2.300 MW, circa 1.000 MW in più rispetto ai 1.300 MW attuali, che abbinato a 4/5 GW di energia rinnovabile e a circa 1 GW di capacità di sto rage, consentirà di ridurre a zero la produzione delle centrali a carbone e di evitare il dispendio di risorse per centrali a gas destinate a non produrre ed essere quindi obsolete prima ancora di essere costruite - sottolinea Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia - Non prevediamo un futuro di generazione di energia elettrica a gas in Sardegna. Con l’utilizzo di energia prodotta da acqua, sole e vento pensiamo che la progressiva elettrificazione dei consumi che è in corso in tutto il mondo, porterà in Sardegna i suoi benefici prima che altrove, generando migliaia di posti di lavoro sostenibili nel tempo. Avremo la prima grande isola completamente elettrificata d’Europa, un unicum nel Mediterraneo e al tempo stesso un modello replicabile. È la dimostrazione che, accelerando lo sviluppo delle energie rinnovabili e degli impianti di accumulo, è possibile ottenere una transizione verso un futuro al 100% sostenibile».

I BENEFICI

L’elettrificazione comporta benefici locali sia socio-economici che ambientali a fronte di investimenti per 15 miliardi di euro, con la creazione di un indotto fino a 30 miliardi di euro, un’occupazione permanente dalle 10 alle 15mila persone, la riduzione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse ogni anno e un abbattimento del 25% di inquinanti atmosferici come SOx, NOx, CO, PM10. Per concretizzare il progetto e fare della Sardegna una vera e propria isola verde dal punto di vista energetico è necessario: coinvolgere il territorio facendo conoscere i benefici per aziende e cittadini sardi; accelerare la definizione di accordi e partnership tra attori eterogenei per la decarbonizzazione della Sardegna; destinare più che proporzionalmente i fondi per mobilità sostenibile e cold ironing sulla Sardegna; prorogare gli incentivi in essere, rendendo più stringenti i requisiti in termini di efficienza energetica e riduzione emissioni; introdurre regolamentazioni più stringenti su costruzione e rinnovo di edifici; introdurre semplificazioni normative, anche locali, per favorire lo sviluppo di rinnovabili, accumuli e comunità energetiche. L’elettrificazione renderebbe l’isola un caso quasi unico in Europa dove qualche possibile paragone si può fare solo con le Baleari, e poi si deve andare nel Pacifico meridionale, in Tasmania e alle Hawaii che si sono poste l’obiettivo green al 2040. Non ci sono altre realtà al mondo che hanno obiettivi così ambiziosi.

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