La carta va a rotoli: costi impazziti e forniture a rischio

La carta va a rotoli: costi impazziti e forniture a rischio
di Giusy Franzese
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 16:43 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 09:17

Un tempo a Napoli, quando l’economia circolare era un concetto di là da venire, c’era un’usanza molto diffusa: non buttare i giornali, una volta letti; servono ancora per pulire i vetri e gli specchi.

Il riciclo adesso non è una novità: è diventato un obbligo etico e morale, ma pulire i vetri con il giornale “accartocciato e ammorbidito con l’acqua”, è un lusso. Più conveniente il classico panno in microfibra, visto quanto costa adesso la carta. Sia quella utilizzata per “funzioni nobili” come la stampa di libri, riviste e quotidiani, sia quella per i cartoni da imballaggio, e persino la carta per funzioni “fisiologiche”. Nell’ultimo semestre i prezzi sembrano impazziti. E gli approvvigionamenti scarseggiano. Le cartiere sono costrette a rifare tutti i conti con i costi della materia prima in aumento, l’energia alle stelle e il carburante ai massimi. I produttori si difendono: il costo del gas nel 2021 ha assorbito il 14-16% dei ricavi, contro il 4% del 2020. I consumatori intermedi, a partire dagli stampatori fino ai produttori di alimentari imballati (succhi di frutta, latte, pasta) non sanno come far quadrare i conti e un po’ alla volta stanno trasferendo gli aumenti sul prezzo del prodotto finito. Ai consumatori non resta che mettere mano al portafogli.

LA RICONVERSIONE

Nel settore della carta grafica il problema è doppio: in Italia non ci sono più stabilimenti che la producono. Negli ultimi anni hanno tutti subito il fascino del “fattore Amazon”, dirottando i macchinari verso cartoncini e cartoni da imballaggio. Lo ha fatto anche il gruppo Burgo: prima con la Cartiera di Avezzano in Abruzzo, poi nel 2019 con quella di Verzuolo in Piemonte, la più grande d’Italia. Le forniture, quindi, devono arrivare giocoforza dall’estero. Con la ripresa dopo il blocco del Covid e la domanda in aumento, l’offerta ha iniziato a scarseggiare. E i costi della cellulosa a salire con riflessi sui prezzi anche del 20-30% nel primo semestre 2021. Poi con i rincari energetici sono letteralmente esplosi. «Secondo i dati raccolti tra i nostri editori, gli aumenti dei prezzi della carta sono molto variabili e toccano punte dell’80-90%», ha spiegato in una recente audizione in Senato il presidente di Aie (Associazione italiana editori) Ricardo Franco Levi. «A gennaio 2021 compravamo intorno a 400 euro a tonnellata, a giugno il prezzo era già salito di oltre il 20%, a dicembre abbiamo pagato più di 900 euro, adesso sfioriamo i mille euro» racconta, fatture alla mano, un piccolo editore locale.

I grandi riescono a spuntare prezzi migliori, ma in percentuale gli aumenti sono simili. Chi, in modo lungimirante, aveva fatto delle scorte sta riuscendo a cavarsela, per ora; gli altri navigano a vista. Il problema riguarda la stampa quotidiana, ma anche gli editori di libri, compresi quelli scolastici. «Prezzi alle stelle, forniture a rischio: una tempesta perfetta» è l’amara conclusione di Levi. Gli italiani hanno ripreso a leggere: il 2021 è stato un anno d’oro per la vendita di libri, con un balzo del 18,8%. È una delle poche eredità positive del Covid: peccato doverla perdere per carenza di materia prima o per il suo eccessivo costo.

 Ormai non c’è più palazzo nei grandi centri metropolitani davanti al quale almeno una volta al giorno non si fermi il fattorino per scaricare pacchi con il logo Amazon. Ma non è solo il boom dell’e-commerce ad aver fatto riaprire le ali ai produttori con ricavi, secondo Assocarta, nei primi undici mesi del 2021 in aumento del 26% rispetto al 2020, e la produzione in crescita del 12%. «Con il Covid e lo smartworking è aumentato il ricorso al delivery per i pasti e le consegne a domicilio della spesa. E i contenitori sono quasi sempre di cartone» spiega il direttore di Assocarta, Massimo Medugno. I dati 2021 parlano chiaro: +77% per carte e cartone ondulato, +13,8% per carte da avvolgere. Stare dietro a una domanda così non è facile. Anche perché l’approvvigionamento delle materie prime è influenzato da lunghe filiere.

VIAGGI CHE DURANO MESI

«Le compagnie che fanno trasporti di cellulosa su nave sono diventate due e i viaggi durano mesi» spiega ancora Medugno. Nel ranking europeo l’Italia nei vari segmenti della produzione di carta è sempre sul podio: ogni cinque rotoli di carta igienica e di tovaglioli di carta sugli scaffali europei uno è made in Italy (20,4% dei volumi europei), siamo quindi al primo posto nel settore igienico-sanitario con 1,6 milione di tonnellate prodotte; siamo poi al secondo posto, con 5,7 milioni di tonnellate, per l’utilizzo di carte da riciclare nel processo produttivo, pari all’11% dei volumi europei; al terzo posto come produttore europeo di carta e cartone da imballaggio con 4,8 milioni di tonnellate e il 10% dei volumi europei. Il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici è pari all’87,3%. Ma l’industria cartaria è tra le più energivore. I forti aumenti del gas sono un problema enorme. Che potrebbe mettere a repentaglio la produzione compromettendo gli sforzi dell’intera filiera. E la drammatica vicenda dell’Ucraina non fa prevedere nulla di buono.

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