Noli cargo alle stelle: il blocco di Shanghai come quello di Suez. Volano le spedizioni aeree

Noli cargo alle stelle: il blocco di Shanghai come quello di Suez. Volano le spedizioni aeree
di Umberto Mancini
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Mercoledì 4 Maggio 2022, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 01:03

Il mix, inedito ed esplosivo, è composto da due effetti combinati: pandemia e conflitto tra Russia e Ucraina.

Un mix che fa volare i costi del trasporto e della logistica, con un balzo dei noli container alle stelle. L’incremento rispetto un anno fa sfiora in alcuni casi il 40%. Un conto salato che saranno costretti a pagare i consumatori. A pesare in questa fase, più della guerra in corso, è però il blocco del porto di Shanghai. In rada restano ferme, stimano gli operatori italiani del settore, oltre 700 navi mercantili. «Dopo due anni da quando è stato identificato il primo focolaio di Covid-19 a Wuhan – spiega Mario Mattioli, presidente di Confitarma – permane uno scenario reso difficile dal perdurare della pandemia, come dimostra la congestione nel porto cinese, che ripropone problematiche vissute nel marzo 2021 con l’incidente della Ever Given nel Canale di Suez».

I COLLI DI BOTTIGLIA

Di fatto, ancora una volta siamo di fronte a un evento inaspettato che può interrompere la lenta normalizzazione avviata. Questa situazione è poi connessa alle pressioni al rialzo sui prezzi di varie commodity e ai colli di bottiglia in alcune catene di fornitura globali, microchip in primis, a cui si aggiunge la grave situazione determinata dalla guerra in Ucraina. Oltre a colpire i principali scali del Sud della Cina (Shenzhen, Hong Kong, Guangzhóu), il lockdown sta penalizzando fortemente le più importanti aziende produttive del dragone, dalla farmaceutica all’elettronica fino all’automotive e alla manifattura in genere. L’onda lunga di questa situazione colpirà l’Europa e l’Italia quando alcune produzioni dovranno interrompersi, molti cantieri fermare i lavori e tanti consumatori forse rinunciare a beni di cui non si troverà più traccia nei supermercati. Inevitabile quindi un rialzo dei noli, in parte calmierato dalla contrazione dei consumi in Europa, più conseguenza della guerra in Ucraina che del Covid, e una caccia ai contenitori vuoti, che torneranno a concentrarsi in Cina per soddisfare la domanda interna. Sul tema del rialzo dei noli, Stefano Messina, presidente di Assarmatori, chiarisce che «il conflitto russo-ucraino ha già avuto e purtroppo avrà ancora ripercussioni di rilievo sull’armamento e più in generale su tutta la filiera del trasporto marittimo».

Guardando nello specifico i riflessi per l’Italia – sottolinea – per i porti del Tirreno e più in generale della costa occidentale le conseguenze sono per ora marginali, ben differente il discorso per quanto attiene gli scali dell’Adriatico, come Ravenna e Venezia, che movimentano un numero maggiore di merci provenienti dai due Paesi in guerra, in particolare materie prime e commodity fra le quali spiccano grano e acciaio». «Proprio per questo – dice Messina – abbiamo offerto, nel corso di un recente tavolo settoriale al ministero degli Affari Esteri, la nostra disponibilità a collaborare con il governo per l’individuazione di nuove rotte commerciali per evitare di restare intrappolati nella morsa del meccanismo che vede, a un aumento della domanda, un conseguente aumento dei prezzi». Venendo specificamente alle compagnie di navigazione, aggiunge ancora, «alcune nostre associate denunciano una riduzione dei traffici nel bacino del Mediterraneo, nel quale è inserito anche il Mar Nero, compresa fra il 20 e il 25%; riduzione che balza al 35-40% se si considera anche l’area balcanica».

IL CASO CARGOLUX

Una situazione che non poteva che incoraggiare il cargo aereo, oppresso da minori vincoli e soprattutto caratterizzato da tempi di consegna infinitamente più ridotti. Di qui l’interesse di colossi navali come Msc per Ita Airways che, non potendo esercitare l’attività di cargo per le limitazioni Ue, ha affidato all’unica compagnia cargo italiana, AlisCargo, l’attività di trasporto delle merci. Che il cargo aereo stia vivendo i momenti migliori della sua storia è provato dai numeri di CargoLux, il colosso lussemburghese i cui problemi di legittimazione dell’attività in Italia (il tribunale di Brescia sta valutando la sua posizione) non gli hanno impedito di chiudere il 2021 con ricavi per 4,4 miliardi di dollari (+40 per cento) e un utile prima delle tasse di 1,7 miliardi (+94 per cento).

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