Ministeri, ecco i nuovi tagli in arrivo. Renzi riduce i budget di 200 milioni

Ministeri, ecco i nuovi tagli in arrivo. Renzi riduce i budget di 200 milioni
di Andrea Bassi
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Mercoledì 23 Aprile 2014, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 20:34
Gli ultimi nodi sono stati sciolti ieri sera in un incontro tra Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il decreto taglia-Irpef, nella sua forma finale, sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale tra oggi e domani. Molto dipenderà da quanto tempo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si prenderà per apporre in calce la sua firma. Ma non ci vorrà probabilmente molto tempo. Anche la temuta «bollinatura» da parte della Ragioneria Generale dello Stato ieri sera è arrivata. In fin dei conti i tecnici di Via XX Settembre hanno seguito passo passo l’iter del provvedimento e, come peraltro capita spesso, lo hanno riempito di «clausole di salvaguardia».



TEMPI STRETTI

Se la spending review targata Renzi non dovesse dare i frutti sperati si partirà con i tagli lineari ai budget di Comuni, Regioni, Province e ministeri. E proprio per quanto riguarda questi ultimi nelle bozze finali del provvedimento è emersa una novità. Oltre ai 700 mililioni di euro di risparmi alla voce «acquisti», le strutture ministeriali dovranno garantire altri 200 milioni di euro di risparmi. I singoli componenti del governo avranno al massimo sessanta giorni per indicare dove caleranno le forbici, poi interverrà direttamente Palazzo Chigi. Intanto i 200 milioni saranno congelati nei bilanci dei singoli ministri che, dunque, non potranno spendere questi soldi. Ma in che modo potranno recuperare le risorse che il decreto impone di risparmiare?



LA SORPRESA

Lo stesso decreto dà un’indicazione, non a caso l’articolo che impone i tagli è intitolato «riorganizzazione dei ministeri». E a tal fine uno dei commi prevede che per ottenere risparmi di spesa, i singoli ministeri dovranno entro il prossimo 30 giungo adottare dei regolamenti di organizzazione che entreranno in vigore con un decreto del presidente del Consiglio su proposta del ministro competente e con il concerto del ministero della Pubblica amministrazione e di quello dell’Economia.