Metano da energia pulita a incubo mondiale

Metano da energia pulita a incubo mondiale
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Giovedì 29 Gennaio 2015, 10:22
(Teleborsa) - Poco tempo fa, nell'articolo “Metano per tutti, addio petrolio?”, si è scritto della grande disponibilità di energia sotto forma di metano idrato presente nei fondali marini.

Le estensioni di tali riserve, disponibili nei pressi delle coste di tutti gli oceani ad oltre 300 metri di profondità, può indurre a pensare migliori prospettive energetiche se verranno risolti alcuni problemi tecnici relativi all'estrazione. A fare da contraltare all'ottimismo indotto dalle scoperte degli scienziati c'è tutta un'altra questione messa in evidenza dagli stessi studiosi. I giacimenti di metano, prodotti, si pensa, dalle attività svolte per milioni di anni da microbi e batteri presenti sui fondali marini e nei sedimenti sottostanti, si trovano allo stato solido grazie a determinati valori di pressione e temperatura.



Una minima variazione delle condizioni ambientali consente al metano di gassificare, risalire le profondità marine, ed immettersi nell'atmosfera. I recenti aumenti delle temperature registrate in tutto il nostro pianeta ed l'accertato riscaldamento globale dei mari, come riportato nel foto racconto “Qui pianeta Terra: “Tempo scaduto!””, non inducano a pensare positivamente e fanno temere la “metamorfosi” del metano da energia pulita ad efficiente gas serra. Già da tempo in alcune zone del Pianeta coperte da permafrost gli scienziati hanno constatato l'elevato incremento di emissioni in atmosfera di metano, tant'è che vicino alla piattaforma continentale siberiana, nel novembre del 2013, è stata registrata l'esalazione di circa 17 milioni di tonnellate di metano. I depositi di questo idrocarburo non sono altro che enormi estensioni, spesse anche centinaia di metri, che un cambiamento di temperatura potrebbe trasformare repentinamente in enormi quantità di gas.



Queste, a loro volta, potrebbero generare dei catastrofici “smottamenti sottomarini” ed innescare grandi tsunami come quello che ha inspiegabilmente colpito 8.100 anni fa l'attuale Gran Bretagna o quello del 1998 di Sissano in Papua Nuova Guinea. Il metano dei fondali marini è veramente un medaglia a due facce, da una parte c'è l'opportunità di garantire una riserva energetica così ingente da poter affrancare l'umanità dalla schiavitù del petrolio, dall'altra c'è una terribile pistola puntata contro in nostro pianeta: l'effetto serra. A detta degli scienziati, la situazione è grave e solo se sarà risolto intelligentemente il problema dell'inquinamento si potrà guardare con ottimismo al futuro.