Istat, Pil rialzato di 59 miliardi anche nel 2013. Per il governo manovra più semplice

Istat, Pil rialzato di 59 miliardi anche nel 2013. Per il governo manovra più semplice
di Andrea Bassi
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Lunedì 22 Settembre 2014, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 17:18
Dall'Istat arriva una buona notizia per il governo alle prese con la legge di stabilità da 20 miliardi di euro. La revisione del Pil, il prodotto interno lordo, con l'inserimento nel conto anche delle attività illegali e delle spese di ricerca e sviluppo, ha fatto salire il dato del 2013 di circa 59 miliardi di euro. Una cifra molto simile a quelle già comunicate lo scorso 9 settembre quando l'Istituto di statistica aveva rivisto il dato della crescita per il 2011 e il 2012.



Ma l'aspetto più interessante, soprattutto per il governo, è l'impatto che il nuovo Pil ha avuto sul rapporto deficit-Pil, quello valido ai fini europei. L'indebitamento dello scorso anno è stato rivisto al ribasso di 0,2 punti percentuali, portandolo dal 3 per cento al 2,8 per cento. Dodici mesi fa per poter rispettare il vincolo del 3 per cento, l'allora governo Letta era stato costretto ad una manovra di correzione dei conti da 1,6 miliardi di euro finanziata con una sanatoria delle maxi-multe sulle slot machine e con il gettito Iva del pagamento dei debiti arretrati della Pubblica amministrazione. Se le attività illegali fossero già state conteggiate nel Prodotto interno lordo, quella manovra si sarebbe potuta evitare.



Il nuovo dato del Pil costituisce, comunque, un sicuro assist al governo Renzi alle prese con la legge di staibilità. Il nuovo dato del Pil sarà utilizzato nella nota di aggiornamento del Def che il Tesoro sta predisponendo e che sarà pubblicata il prossimo 30 settembre. Un Pil più alto di 59 miliardi, proiettato anche sul 2014, dovrebbe regalare al governo quel margine di 0,1-0,2 punti percentuali sul deficit in grado di far rimanere l'indebitamento sotto il 3 per cento del Pil nonostante la revisione al ribasso della crescita, che sarà portata dal precendente +0,8 per cento ad un -0,1 o a un -0,2 per cento (in pratica recessione). A questo punto, archiviato il 2014, il governo potrà concentrarsi sul finanziamento dei 20 miliardi di euro previsti nel 2015 per confermare il bonus Irpef da 80 euro, allargare il taglio del cuneo fiscale alle imprese e finanziare le altre spese indifferibili.