Iva, la via stretta dei tagli a spesa e agevolazioni per cancellare l'aumento

Juncker e Padoan (ansa)
Juncker e Padoan (ansa)
di Andrea Bassi
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Martedì 8 Maggio 2018, 09:11
I segnali che arrivano dall'economia non sono ancora allarmanti, ma non sono certo incoraggianti. Dopo la leggera flessione del Pil registrata nel primo trimestre dall'Istat, ieri lo stesso Istituto di statistica ha fatto sapere che l'intensità della crescita sta rallentando e l'inflazione dà segnali di ripiegamento. Piccoli scricchiolii, per adesso.

Un rumore di fondo a cui pochi prestano per il momento orecchio. Ma alcuni nodi sono destinati a venire, prima o poi, al pettine. Il principale riguarda la necessità, su cui tutti i partiti sono d'accordo, di neutralizzare l'aumento delle aliquote Iva dal 10 all'11,5% e dal 22 al 24,2% dal primo gennaio del 2019. Una delle ragioni indicate ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per dar vita ad un governo di servizio da tenere in vita fino al prossimo 31 dicembre, il tempo strettamente necessario per evitare che l'Italia rischi di non approvare il bilancio. Per i Cinque Stelle, che vorrebbero andare al voto a luglio, quello dell'aumento dell'Iva sarebbe solo un alibi, un bluff da andare a vedere subito proponendo un decreto legge che disinneschi immediatamente l'Iva. E nella risoluzione al Def presenteranno un quadro programmatico con le loro proposte per farlo.

L'ATTESA
Decreto o manovra d'autunno, il passaggio è stretto. E delicato. Ci sono da trovare 12,5 miliardi di euro. La Lega vorrebbe battere, ancora una volta, la strada del maggior deficit. Ma, questa volta, Bruxelles difficilmente sarà benevola. Roma negli ultimi tre anni ha usato tutte le clausole di flessibilità consentite: quella sulle riforme, quella sui migranti, quella sugli investimenti e quella sul terremoto. Quasi 20 miliardi di euro che hanno dato fiato al Paese negli ultimi anni. Non solo Bruxelles non è disponibile a concedere nuovi spazi, ma potrebbe chiedere, come ha lasciato intendere nei giorni scorsi il commissario Pierre Moscovici, altri 5 miliardi all'Italia per non aver rispettato i saldi europei.

Il Movimento Cinque Stelle, come anche Forza Italia e Pd, evocano tagli di spesa e delle agevolazioni fiscali per trovare i 12,5 miliardi per l'Iva. Facile a dirsi, molto complicato da farsi, soprattutto se poi il provvedimento lo devono firmare forze politiche con programmi diametralmente opposti tra loro. Ogni taglio di spesa, come l'eliminazione di qualsiasi agevolazione fiscale, è una scelta politica. In passato, per esempio, si è scelto spesso di agire sulla spesa sanitaria bloccando l'aumento del fondo sanitario. Il prossimo anno dovrebbe passare da 113,4 a 114,4 miliardi. Basterebbe congelarlo per recuperare un miliardo. Ma quanti potrebbero sostenere questa misura in Parlamento? Così come per gli statali. A legislazione vigente il Documento di economia e finanza prevede i fondi per rinnovare il contratto per il triennio 2019-2021. Si potrebbero risparmiare altri miliardi.

Ma chi sarebbe disposto ad andare contro i pubblici dipendenti alla vigilia delle elezioni? Così come si potrebbero bloccare nuove assunzioni nello Stato rimettendo un tetto al turn over. Ma il discorso sarebbe lo stesso. Il piano che l'ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, presentò nel 2014 è stato molto citato in campagna elettorale come fonte di finanziamento di qualsiasi iniziativa. In pochi però, forse ricordano che quel documento prevedeva 85 mila esuberi nella pubblica amministrazione, la prova del reddito per le indennità di accompagnamento e le pensioni di invalidità. Lo stesso vale per gli sconti fiscali. Qualsiasi taglio, anche lo sconto sulle spese veterinarie (che valgono poche decine di milioni di euro), equivale ad un aumento di tasse. Ragione per cui i vari governi, alla prova dei fatti, le hanno sempre cassate. Una strada, studiata da tempo dal Tesoro, sarebbe quella di ridurre la deducibilità dal 19% al 18% o al 17%. Ma anche questo, con una nuova campagna elettorale alle porte, sarebbe a dir poco complesso.
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