Dl lavoro, stop all'obbligo di assunzione dei precari, via libera alle multe

Il ministro Poletti
Il ministro Poletti
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Martedì 6 Maggio 2014, 13:27 - Ultimo aggiornamento: 13:30
Il decreto legge Poletti sul lavoro domani approda in Aula al Senato, dove non escluso ma appare improbabile che il governo metta la fiducia, dopo aver incassato il via libera in commissione agli otto emendamenti del governo che riscrivono in parte le modifiche approvate dalla Camera in prima lettura. Viene così cancellato l'obbligo di assunzione per le aziende che sfondavano il tetto del 20% del numero di precari: la sanzione resta, ma è in denaro. Una mediazione raggiunta la scorsa settimana e che ha retto alla prima prova del voto, come sottolinea la capogruppo Pd in commissione, Anna Maria Parente. D'ora in poi, dunque, le imprese che stipulano un numero di contratti a termine superiore a un quinto dell'organico a tempo indeterminato saranno obbligate a pagare dal 20 al 50% della retribuzione. Si tratta di una cifra «troppo alta» attacca Forza Italia, che accusa l'Esecutivo e la maggioranza di aver messo in campo misure ideologiche, non facendo altro che aumentare nei fatti la disoccupazione e i contenziosi. «Polemiche stucchevoli» è la replica dei senatori Ncd.



Le modifiche, frutto di una lunga trattativa fra il Pd e il partito di Angelino Alfano, non sono piaciute però anche a sinistra e a una parte dei sindacati. Un fatto che attira le critiche di Massimo D'Alema: «Lo scontro tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il mondo sindacale - osserva - non lo ritengo un fatto positivo».



Tornando ai lavori parlamentari, la maggioranza ha approvato anche alcune novità relative al mondo della ricerca. Il governo ha deciso di consentire deroghe all'obbligo del rispetto della quota del 20% e del tetto dei 36 mesi per i precari. Delle maglie più larghe potranno usufruire, nel primo caso, tutti coloro che sono impegnati nella ricerca scientifica o tecnologica, nei compiti di assistenza tecnica ma anche di coordinamento e direzione. Nel secondo caso (tetto 36 mesi) la modifica riguarda invece esclusivamente la «ricerca scientifica». Si tratta di una misura che trova l'apprezzamento del relatore e senatore di Sc Pietro Ichino: «Finalmente ci adeguiamo agli standard internazionali» dice. Soddisfatto anche il presidente dei senatori Ncd Maurizio Sacconi che sottolinea come così qualsiasi ente giuridico potrà avvalersi di questa possibilità. Aziende incluse, purché facciano ricerca.



Via libera, infine, anche al pacchetto sull'apprendistato. Contrariamente a quanto previsto durante l'iter a Montecitorio, i senatori hanno deciso che la formazione possa essere svolta anche dalle imprese e hanno alzano a 50 addetti il tetto oltre il quale scatta la stabilizzazione di una quota di apprendisti. Apertura anche sul fronte degli stagionali: il contratto di apprendistato potrà infatti essere utilizzato «a tempo determinato».



«Tutto è bene quel che finisce bene» conclude a sera sempre Sacconi, dicendosi convinto che le correzioni al testo siano in grado di «fare lavoro». Ottengono un risultato anche i senatori del M5S: la commissione ha infatti approvato la loro proposta sugli studenti degli istituti professionali, finalizzata alla formazione e all'inserimento nel mondo del lavoro.