Disoccupati, intervista al ministro Poletti: «Pensione anticipata per gli over 60»

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti
di Giusy Franzese
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Venerdì 16 Maggio 2014, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 10:06
Un ponte che consenta ai disoccupati over 60 di arrivare all’assegno pensionistico anche un anno, un anno e mezzo prima.

È questa una delle ultime novità alle quali sta lavorando il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Non un prestito, quindi, come aveva immaginato il suo predecessore. Ma una maggiore flessibilità, i cui oneri ancora non è chiaro sulle spalle di chi saranno. Una soluzione utile anche per la questione esodati. Intanto, tra approvazione definitiva del decreto lavoro e firma ufficiale dell’accordo Electrolux, Poletti incassa «una buona giornata».



Nemmeno il dato sul Pil che arretra riesce a scalfire il suo ottimismo: «La consapevolezza che la ripresa è fragile ci spinge a lavorare per rafforzare gli elementi in grado di portarci fuori dalla crisi, da qui la scelta dei famosi 80 euro, la riduzione dell’Irap sulle imprese, l’accelerazione del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, gli investimenti per la scuola».



Decreto lavoro: quando prevede i primi riscontri?

«Faremo un monitoraggio sistematico, è necessario qualche mese, da domani in avanti. Sono molte le aziende che, a fronte delle discussione vivace in Parlamento, hanno preferito attendere la conversione in legge. Ma io sono convinto: soprattutto in una fase ancora di incertezza, avere strumenti come il contratto a termine senza causale e un apprendistato semplificato, libera le imprese dalle preoccupazioni legate alla congiuntura».



Come dire, le aziende non hanno più alibi?

«Si, oggi non c’è più nessuna ragione per cui un’impresa non possa procedere tranquillamente ad assumere le persone di cui ha bisogno».



Lei è coraggiosamente andato al congresso Cgil a Rimini, ma non è riuscito a convincerli.

«La Cgil e la sua segreteria credo siano in buona fede quando affermano che queste norme faranno aumentare la precarietà. Ma una cosa sono le opinioni, una cosa i fatti. Tra qualche mese vedremo chi ha ragione».



Nella vertenza Electrolux i sindacati hanno dimostrato grande senso di responsabilità. Non crede che, a livello generale, il governo sia stato troppo duro verso le parti sociali?

«Per la vicenda Electrolux è giusto dare atto ai sindacati di un comportamento costruttivo e positivo. Anche se non è stato un percorso semplice. Va riconosciuto l’atteggiamento positivo anche dell’azienda, e il contributo del governo. Se però parliamo di azioni di politica economica, il governo ha già detto come ha intenzione di continuare a muoversi: elaboriamo una proposta, ascoltiamo le posizioni delle parti sociali che vengono doverosamente tenute in considerazione, ma alla fine è il governo che assume le decisioni utili al Paese e se ne prende la responsabilità di fronte ai cittadini».