Confindustria: «Il 2015 anno di ripresa per l'Italia, ma ancora 8,6 milioni di persone senza lavoro»

Confindustria: «Il 2015 anno di ripresa per l'Italia, ma ancora 8,6 milioni di persone senza lavoro»
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Mercoledì 17 Dicembre 2014, 11:57 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 13:10
In fondo al tunnel della crisi, finalmente si vede un po' di luce. Le stime del Centro Studi di Confindustria, contenute nell'ultimo rapporto sugli scenari economici, prevedono infatti un 2015 di ripresa per l'economia.



Se il Pil italiano chiuderà il 2014 con un calo dello 0,5%, il Csc prevede che inizi a risalire nel 2015 con un +0,5% e prosegua nel 2016 con un +1,1%. Il Csc conferma così la stima sul 2015 e indica l'ulteriore aumento nell'anno successivo. L'Italia sarebbe così «in uscita dalla recessione»: il Pil tornerà positivo dal primo trimestre 2015 con un +0,2%, per poi salire gradualmente nel biennio.



Il Csc definisce quindi il 2015-2016 come «un biennio di graduale recupero per l'Italia», seppure «con cautela», in «contesto enigmatico. Lo scenario economico globale si presenta nettamente migliore rispetto a 3 mesi fa. L'incertezza rimane il principale ostacolo».



Il problema della disoccupazione. Il tasso di disoccupazione nel 2015 però «rimarrà ancorato sugli alti livelli di fine 2014», salendo ancora dal 12,7% previsto in media d'anno al 12,9%, «mentre scenderà progressivamente nel 2016, di pari passo con la ripresa dell'occupazione, registrando un 12,6% in media d'anno (12,4% nel quarto trimestre)». Per il 2014 il tasso di disoccupazione raggiunge il 14,2% «se si considera l'utilizzo massiccio della cig».



Il Csc calcola che in totale, tra disoccupati, part-time involontari, scoraggiati e quanti in attesa di una risposta, «sono 8 milioni e 600 mila le persone a cui, in un modo o nell'altro, manca lavoro».




Il Csc ha spiegato poi che il crollo del prezzo del petrolio, diminuito di oltre un terzo nell'arco di alcune settimane, per l'Italia significa «un guadagno di 14 miliardi annui».
Ed un impatto di +0,3% sul Pil 2015 ed un altro +0,5% nel 2016. Il calo, segnala il Centro studi, «comporta il trasferimento di oltre mille miliardi di euro di reddito annuale da un ridottissimo numero di produttori, con enormi ricchezze, ad un'ampia platea di consumatori e imprese nei paesi avanzati, con una più alta propensione alla spesa».




Mafia capitale e corruzione. Confindustria si costituirà parte civile nel procedimento penale avviato dalla procura di Roma nell'ambito dell'indagine su Mafia capitale. Lo ha annunciato il delegato di Confindustria per la legalità, Antonello Montante, in occasione del seminario del Csc sulla lotta alla corruzione.



L'obiettivo, spiega, è «tutelare la reputazione delle imprese e la leale concorrenza sul mercato» e ribadire così «l'impegno di Confindustria per il rispetto dei valori cruciali di legalità e correttezza nei rapporti economi». Il seminario di oggi organizzato dal Centro studi di Confindustria è dedicato proprio alla lotta alla corruzione, con il titolo «La corruzione zavorra per lo sviluppo».



Come ha evidenziato il Centro studi di Confindustria, la corruzione è «un vero freno per il progresso economico e civile. Se con Mani Pulite l'Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia (-1 punto), il Pil sarebbe stato nel 2014 di quasi 300 miliardi in più (circa 5mila euro a persona)», in questo arco di oltre venti anni.
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