Le banche rottamano gli sportelli: verso la chiusura di 1.500 filiali

Antonio Patuelli, presidente dell'Abi
Antonio Patuelli, presidente dell'Abi
2 Minuti di Lettura
Lunedì 21 Aprile 2014, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 17:28
Le banche spingono l'acceleratore sulla rottamazione degli sportelli, iniziata gi da qualche anno sotto la spinta della crisi e delle transazioni on line. Dopo i circa 800 persi dal 2007, nei prossimi anni è prevista la chiusura di circa altri 1.500, considerando solo i grandi istituti. Le filiali cambieranno, con meno cassa e più consulenza.



Dal 2007 il sistema bancario italiano ha perso circa 800 sportelli passando da circa 32.800 a 31.900, secondo i dati che si ricavano dalla Banca d'Italia che comprendono oltre 600 banche fra spa, popolari e banche di credito cooperativo. Il calo è stato più forte soprattutto per le spa situate per lo più nei centri urbani e che hanno fatto massiccio ricorso alle tecnologie di banca on line, mentre quelle popolari o le Bcc, radicate nei piccoli centri o in quelli rurali e con una clientela più avanti negli anni stanno cercando di mantenere la rete magari riducendo gli spazi e il personale impiegato.



Sono lontani i tempi nei quali le banche si contendevano le filiali dismesse dalle rivali per motivi Antitrust a colpi di offerte milionarie valutando ogni singolo sportello centinaia di migliaia di euro con l'ausilio di perizie e analisi di società di consulenza. La crisi economica, il crollo del mercato immobiliare e l'introduzione delle nuove tecnologie hanno reso quelle analisi preistoria.



Analizzando i piani industriali delle grandi (Unicredit, Intesa, Mps) si ricava un cambio di rotta verso uno sportello con meno operazioni di tipo tradizionale di "cassa" e più consulenza, che resta indispensabile per siglare un mutuo o stipulare un finanziamento per un'impresa.



«I clienti, per le operazioni giornaliere come bonifici, estratto conto o pagamento bollette - dice un banchiere - non sono più disposti a fare file e operano da casa o dall'ufficio con pc e smartphone o anche dall'Atm, ma per accendere un mutuo o realizzare operazioni complesse o percepite tali vogliono ancora parlare con qualcuno».



Da qui al 2017, così, Intesa Sanpaolo prevede di passare da 4.00 a 3.300 sportelli (erano 6.100 nel 2007), Unicredit di ridurre 500 sportelli da qui al 2018 sugli attuali 4.100 e Mps 200 degli attuali 2300. Una ritirata che si nota già nei centri urbani, costellati di filiali vuote o riconvertite in altri esercizi commerciali.



Lo scoglio per chiudere la filiale alle volte è rappresentato dagli alti costi di riconversione: togliere i vetri blindati costa infatti diverse migliaia di euro, così come rimuovere il caveau, oppure dalla rescissione dei contratti di affitto. Per questo, a volte, si vedono negozi ed esercizi commerciali che mantengono le vetrine e i serramenti del precedente utilizzo. La filiale del futuro ha così meno sportelli di cassa e più uffici di consulenza. Sarà più vasta se di una banca grande e frutto dell'accorpamento di due o tre, mentre più piccola ma con meno impiegati se di un istituto di minori dimensioni.