«Giocare o fare un figlio?». L’interrogativo prima o dopo arriva sempre. Un pensiero normalissimo che però per una donna che fa sport può rappresentare un limite enorme. Anzi, il più delle volte è un punto definitivo alla carriera sportiva. Prendendo in esame il calcio il 47% delle calciatrici mondiali sostiene che la maternità è un serio motivo per lasciare l’attività.
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MA PERCHÉ SUCCEDE QUESTO?
Mancanza di tutele.
E LE SQUADRE DI CALCIO?
Fondamentalmente non hanno nessun obbligo. Questo perché le donne sono considerate dilettanti. Quindi nessun contratto che prevede le varie coperture. Di fatto proprio perché esiste questo aiuto del Governo i club si sentono liberi di non pagare lo stipendio (qualcuna lo ha fatto). Inoltre se la calciatrice ha un contratto in essere alla fine della maternità può tornare, altrimenti tanti cari saluti. «Gli accordi prima venivano stracciati. Nel 2017 abbiamo ottenuto una grande conquista: contratti che vanno da uno a tre anni, Invece prima c’erano accordi solo annuali» sottolinea Katia Serra, responsabile del calcio femminile Aic.
FIFPRO welcomes the regulations that protect the rights of female footballers who want to have children during their playing careers.
“We as players need these protections so that nobody has to choose between starting a family and their football career"https://t.co/PGpoFtAVOz pic.twitter.com/3qUsdMwjlw— FIFPRO (@FIFPro) November 19, 2020
L’INTERVENTO DELLA FIFA
Un buco nelle norme che il sindacato mondiale dei calciatori sta per colmare. Le giocatrici dal primo gennaio 2021 potranno vedersi riconoscere il diritto alla maternità. Saranno introdotte nuove regole che proteggano le giocatrici durante la gravidanza. A loro saranno concesse 14 settimane obbligatorie di congedo di maternità dopo il parto e saranno anche garantiti almeno due terzi dello stipendio. Le giocatrici avranno il diritto di rimanere tesserate con la loro società di appartenenza durante il periodo di maternità, e nel caso venissero licenziate i club dovranno fornire spiegazioni dettagliate di questa decisione. Nel caso non venissero ritenute adeguate, le giocatrici saranno risarcite con sei mensilità Inoltre al loro ritorno in campo, i club devono reintegrare le giocatrici e fornire un adeguato supporto medico e fisico. Inoltre nessuna giocatrice dovrà mai subire svantaggi a causa della gravidanza, garantendo così una maggiore protezione occupazionale per le donne nel calcio.