E' conosciuta come la Merlin. Angelina, detta Lina, Merlin – la battagliera senatrice socialista morta nel 1979 dopo aver fatto abolire in Italia la prostituzione e le case chiuse - di fatto torna al Senato: il prossimo 11 maggio un busto di bronzo verrà inaugurato a Palazzo Madama. «Un omaggio ad una Madre della patria, una delle 21 donne che presero parte alla Costituente». Il busto verrà collocato al primo piano del palazzo, accanto all'ingresso laterale dell'Aula, in una posizione ben visibile, ha spiegato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati.
Dopo il confino in Sardegna, perseguitata dal fascismo, Lina Merlin si trasferì a Milano dove aderì alla Resistenza, fondò i Gruppi di Difesa della Donna, promosse l’Unione Donne Italiane.
Il suo impegno politico e sociale si è manifestato in diversi ambiti, battendosi soprattutto contro lo sfruttamento della prostituzione. Il dibattito per far chiudere i bordelli si protrasse per ben dieci anni. Lina credeva fortemente nella necessità di migliorare la condizione femminile. La legge ebbe un lunghissimo e travagliato iter parlamentare durante il quale emersero in aula arretratezze culturali, falsi moralismi e la discussione si tenne quasi sempre in seduta segreta perchè si voleva evitare il clamore della stampa e del pubblico.
Tra le proposte di legge presentate anche quella per l’abolizione del carcere preventivo o la procrastinazione dell’inizio della pena per le madri, l’eliminazione dell’indicazione di “figlio di NN” (Nomen Nescio) dai documenti anagrafici, e l’introduzione del divieto di licenziamento per causa di matrimonio.