"Ritorno al futuro" della Regione Puglia
La beffa delle borse di studio

4 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Giugno 2010, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 15:32
Gentile Redazione,

chi vi scrive il Coordinamento “Ma quale futuro”, a nome di circa un migliaio di ragazzi pugliesi che hanno partecipato con notevoli aspettative e speranze, al bando "Ritorno al Futuro" della Regione Puglia.


Com’è noto, Il bando metteva a disposizione dei fondi per la frequenza di master. Le borse di studio avevano un diverso ammontare a seconda che i master si svolgessero:

· in Regione, borsa: 7500€

· in Italia, borsa: 15000€

· all'estero, borsa: 25000€

Le borse erano finanziate per il 50% dalla Comunità Europea e per il restante 50% da Stato (40%) e Regione Puglia (10%). Quando abbiamo aderito al bando (nel 2008), la Regione ha provveduto ad informarci sulla disciplina fiscale delle borse di studio.



Dopo una serie di riferimenti normativi, detta disciplina fiscale concludeva in questa maniera: “Alla luce di quanto sopra esposto l'amministrazione regionale,all'atto di erogazione delle borse, opererà la ritenuta fiscale limitatamente alla quota di contributo a carico dello Stato (40%) e della Regione (10%)”.

Fin qui, tutto chiaro: secondo il Legge Italiana, la nostra borsa la Regione si poneva come sostituto d'imposta e prelevava le trattenute alla fonte, ossia prima che noi percepissimo la borsa.



Secondo i calcoli dell'ufficio ragioneria gli importi netti delle borse erano:

· in Regione, borsa: 7500€

· in Italia, borsa: 15000€

· all'estero, borsa: 23.467,00€

Dopo più di un anno dall'erogazione delle borse di studio, ecco la sorpresa: alla Regione si sono SBAGLIATI!! Il prelievo fiscale non si opera solo sul 50% della borsa ma sull'importo totale. Ecco quindi che ci siamo visti recapitare ad aprile (tra l’altro ben oltre i termini di legge, previsti per il 28 febbraio) i CUD con gli importi interi delle borse di studio da assoggettare a tassazione. L’ufficio ragioneria della Regione, a seguito delle numerose segnalazioni pervenute sulla questione, ha pubblicato qualche settimana dopo una nota ufficiale di chiarimento sulla disciplina fiscale, giustificando la sua presunta correttezza tramite una interpretazione della sentenza della Corte di Cassazione del 30.01.2008 che così recita: "....Dalla formulazione letterale di tale disposizione (normativa comunitaria) emerge inequivocabilmente che essa non consente alcun prelievo sui contributi versati ai beneficiari dei Fondi Strutturali...non esclude però che il reddito di cui fanno parte tali contributi, in base alla norma nazionale, possa essere assoggettato ad imposizione".



Conseguenza: all’improvviso ci tocca versare, a seconda degli importi delle borse di studio, dai 2000 ai 5000 euro di IRPEF allo Stato. Senza contare che molti potrebbero aver già iniziato a lavorare e dovranno sommare il reddito di pochi mesi di lavoro a quello della borsa di studio, aumentando in maniera cospicua l’esborso da versare all’erario. Dopo innumerevoli chiamate in Regione, e dopo aver parlato con il nuovo Assessore al Diritto allo studio e alla Formazione professionale (la giunta è cambiata dopo le elezioni di marzo), ci siamo sentiti dire che l'errore della regione c'è stato, è vero, ma che non si può fare nulla. Siamo quindi costretti a pagare un bel po' di quattrini.



Eravamo i giovani di Vendola, quelli che l'hanno ringraziato a gran voce per le grandi opportunità che la sua politica lungimirante ci aveva dato. Lo siamo ancora, ma ci sentiamo davvero lasciati in balia delle onde, senza alcun appiglio. Il problema è grave: si può pretendere da giovani neolaureati un pagamento così oneroso per un grave errore da parte di un assessorato promotore di una misura di sostegno così straordinaria? Senza contare che molti di noi non hanno materialmente i soldi per pagare: c’è chi ancora “storce il naso” davanti a certe rivelazioni, ma noi, quei soldi, li abbiamo investiti per davvero nella nostra formazione, sopportando rette di master esorbitanti, nonché spese di vitto, alloggio e trasporti. C’è chi, il master, l’ha fatto in Australia (bando 3/2008, Ritorno al futuro Australia) e ha risparmiato fino all’ultimo centesimo per rientrare nell’importo della borsa.



Siamo stati informati della cosa in maniera poco trasparente ed in tempi assolutamente sbagliati. Certamente, se fossimo stati resi consapevoli della tagliola del fisco in cui saremmo incorsi, avremmo fatto calcoli diversi, qualcuno magari non avrebbe richiesto la borsa, qualcun’altro avrebbe scelto un master di minore qualità (e quindi di minor prezzo) ma certamente ognuno di noi si sarebbe comportato come la formica della famosa favola, mettendo da parte il necessario per i tempi di magra.



La beffa sta nell’aver ottenuto una borsa di studio per merito e per basso reddito, e dover adesso pagare un’imposta che in alcuni casi si avvicina alla retta di iscrizione di un master! Soprattutto senza aver avuto modo di saperlo per tempo. E chi di noi si troverà nell’impossibilità di pagare, passerà da studente meritevole a debitore nei confronti dell’erario. Ancora peggio: chi non sa dell’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi sarà un evasore fiscale ancor prima di aver lavorato un singolo giorno nella propria vita.





Ci scusiamo anticipatamente per la lungaggine delle spiegazioni, forse lacunose in alcuni punti. Speriamo tuttavia di non avervi annoiati ma soprattutto speriamo che prendiate a cuore la nostra situazione, perché davvero non sappiamo cosa fare.



Con desiderio di giustizia



Coordinamento Ma quale futuro, Puglia a nome dei borsisti di "Ritorno al Futuro"

Bandi 1/2008; 4/2008; 3/2008.

Segnaliamo anche Il gruppo fondato su Facebook per cercare di contattare (ed informare) i ragazzi di ritorno al futuro.






© RIPRODUZIONE RISERVATA