Un libro-documentario per ricordare Impastato

Un libro-documentario per ricordare Impastato
di Gerardo TRISOLINO
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Martedì 9 Maggio 2023, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 08:17

Nella notte del 9 maggio 1978 il corpo di Peppino Impastato veniva sbrindellato da una carica di tritolo posta sul tratto ferroviario Palermo-Trapani, nei pressi di Cinisi, il paese dove viveva. Aveva appena trent’anni. Fu così che il clan del boss mafioso Tano Badalamenti si liberò di un personaggio scomodo (figlio di un mafioso) che combatteva impavidamente contro la mafia con tutti i mezzi a sua disposizione: la radio Aut, i manifesti ciclostilati, i comizi, le manifestazioni di protesta, coinvolgendo centinaia di giovani insieme alle organizzazioni politiche dell’estrema sinistra e dei sindacati. Egli stesso militava nelle fila di Democrazia Proletaria.
Ma la sua morte non fece subito notizia, perché fu oscurata da un altro assassinio avvenuto a Roma una decina di ore dopo: quello di Aldo Moro. La vita del giovane attivista divenne veramente popolare solo con il film “I cento passi” che Marco Tullio Giordana gli dedicò nel 2000. 

La prefazione


«L’impegno per salvaguardare la memoria storica della vicenda di mio fratello è un impegno collettivo di tipo culturale, sociale, educativo e politico che dura oramai da quasi 45 anni. Inizia grazie alle scelte di mia madre che, con coraggio, ha rotto il muro del silenzio ed ha aperto la sua casa per incontrare migliaia di persone che volevano conoscere la storia di Peppino e dei suoi compagni. È proseguito con le attività del Centro Impastato che, in assoluto, è stata la prima associazione antimafia, non solo in Italia, ma nel mondo».
Inizia così la prefazione di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, al libro documentario di Antonio Fanelli “Il ragazzo col palloncino. Peppino Impastato”. 
Il volume, che si avvale della postfazione di Maurizio Nocera, raccoglie una quantità enorme di documenti: foto, manifesti, poesie, interviste tra cui quella alla madre di Peppino, all’amico fraterno Pino Manzella, alla cognata Felicia Vitale, al senatore Giovanni Russo Spena, allora presidente dell’apposita commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia, a Evelin Costa, attivista della Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. 
Ma c’è anche la chicca finale: scannerizzando il Codice QR posto nell’ultima pagina è possibile ascoltare la voce di Peppino nelle uniche e rare registrazioni complete della trasmissione “Onda Pazza” che conduceva dallo studio di “Radio Aut”.
A lui il versatile autore (chitarrista, dj, regista, editore) di questo corposo volume ha dedicato anche una pièce teatrale significativamente intitolata “Il visionario”, in cui emerge in modo commovente il realismo e l’utopia di una giovane vittima della mafia.
La fascetta editoriale annuncia che il libro è candidato alla 61esima edizione del Premio Campiello. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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