Tredici anni fa la scomparsa di Carmelo Bene. Un libro sulla sua idea di teatro

Tredici anni fa la scomparsa di Carmelo Bene. Un libro sulla sua idea di teatro
di Tommaso BOCCI
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Lunedì 16 Marzo 2015, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 11:44
«Non ci si può occupare di teatro. Sarebbe come chiedere a un vivente: “Scusi lei di che cosa si occupa?”. “Mi occupo della vita”. Se vivere vuol dire occuparsi della vita… c’è gente che lavora senza un posto di lavoro...».

Quando Carmelo Bene parlava di teatro, sue sono le parole riportate qui sopra, si esprimeva per aforismi, spesso acrobaticamente, spesso con effetti impagabili che sbalordivano e seducevano l’interlocutore.



Intorno alla sola definizione di “teatro” ruotarono molte conversazioni pubbliche e private di Carmelo, molte interviste e un buon numero di invettive. Quella parola - teatro - e il relativo significato, gli stavano troppo stretti, o forse li riteneva troppo grandi, disgiunti e lontanissimi dall’idea di “spettacolo”, termine che al teatro veniva, e viene, strettamente collegato.



Per saperne di più su questo piccolo- grande- grandissimo aspetto del pensiero beniano c’è anche un libro, “Carmelo Bene. Cos’è il teatro?”, sottotitolo “la lezione di un genio”, di Rino Maenza (edizioni Marsilio). È stato pubblicato alla fine del 2014, ma se ne è parlato assai poco e non c’è occasione migliore di questa, il tredicesimo anniversario della scomparsa, per segnalarlo a quanti ancora non lo conoscono e sono interessati a sapere qualcosa in più di Carmelo Bene.



Il Maestro morì il 16 marzo 2002 nella sua casa romana, vittima di una malattia implacabile. Tanto avrebbe ancora avuto da dire e risentirlo oggi (al libro è accluso un dvd) si ha la conferma che l’uomo che aveva idealmente incendiato il teatro italiano, aveva idee tanto chiare quanto poco “popolari”.

Ma veniamo al lavoro di Maenza: il dvd racchiude un estratto del ciclo di quattro lezioni sul teatro che Bene tenne al Palazzo delle Esposizioni dal 12 al 15 dicembre 1990. Le immagini ci mostrano un Bene che, nel pieno dell’energia, “si diverte” a definire il teatro, se stesso, il pensiero che dietro il teatro c’è: tutto con il solito piglio, con l’ironia giocata tra lo sguardo e la parola, il sospiro, l’esitazione. Una performance da applausi.



Non meno interessante il libro, che invece “riveste” in senso anche concettuale la parte sonora, e la spiega cominciando dal racconto di come Maenza e Bene si conobbero. Il primo, non vedente, ammiratore appassionato della voce di Bene e dei suoi spettacoli, lo incontra per fargli una proposta. Il Maestro è impegnato, deve scappare, e gli concede solo due minuti. Ma qualcosa si accende e i due minuti diventano cinque ore.



Così Rino Maenza realizza per lui “operazioni” di grande importanza, a cominciare dall’incisione su disco del “Manfred” al Teatro della Scala il 29 settembre 1980, per “finire” alla “Lectura Dantis” di Bologna del 1981, quando Carmelo invitato dal sindaco Renato Zangheri scelse Dante per commemorare le vittime della strage, un anno dopo l’attentato della stazione. Il dvd di quella “Lectura” fu realizzato solo nel 2006, ricavato da una registrazione vhs che una studentessa del Dams aveva realizzato e lasciato in un cassetto.

Il libro è fatto soprattutto di documenti, come il testo della conferenza “a due” tenuta con Lucio Dalla a Bologna, e come il racconto dell’incontro con gli studenti del 22 settembre 1989 presso l’ex Cotonificio veneziano, ma svela anche nella breve parte narrativa alcuni lati umani del Maestro, le intolleranze, le pretese (comprese quelle di tipo economico che mandarono a monte esperienze importanti come la direzione della Biennale). E ricorda il rapporto di simpatia che esisteva tra Carmelo e Bologna, un feeling che si concretizzava nei teatri, ma anche fuori.



Insomma un libro lineare e ben fatto, quello di Maenza, efficace e costruito da chi il Maestro lo conobbe davvero, lavorò insieme a lui, e può parlarne a pieno titolo (Maenza lo fa con grande rispetto) per il piacere di chi, anche oggi, voglia cercare di conoscere meglio un personaggio complesso come fu Carmelo Bene.
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