Era il 29 dicembre dell'anno del Signore 1170. Quel giorno a Canterbury, in Inghilterra, il prelato Thomas Becket, all'epoca potente arcivescovo della città, moriva trucidato per mano di quattro cavalieri, vittima dell'aspra lotta che aveva ingaggiato con il re Enrico II.
Oggi, a distanza di 850 anni e oltre duemila chilometri da quei fatti, a Mottola, nell'impossibilità di inscenare l'ormai celebre e tradizionale corteo storico, il comune omaggia il suo santo patrono Thomas Becket con una coinvolgente esperienza virtuale nella Chiesa dell'Immacolata, urbanisticamente collocata in asse con il Municipio. In questo mondo il Covid non ferma i festeggiamenti patronali anche se spinge a ripensare la tradizionale festa a carattere medievale. Niente folla e niente piazza, al loro posto un percorso esperienziale e meditativo nel rispetto di tutte le prescrizioni legate all'emergenza sanitaria in corso.
Primum movens dell'immersive art experience è la testimonianza di Edward Grim, un monaco di Canterbury che il 29 dicembre 1170 assistette in prima persona all'assassinio del santo. Un evento delittuoso durante il quale perse anche un braccio nel tentativo di impedire l'omicidio, ponendosi tra il santo e i suoi carnefici. La colpa di Becket fu aver difeso l'autonomia della Chiesa contro quella del regno. Tre anni dopo verrà canonizzato. Durante le Crociate verso la Terra Santa, le sue gesta ebbero eco anche nella zona di Mottola. Qui era vivo il ricordo della sorte del vescovo Alimberto che, alla testa di una processione, andò incontro ai soldati di Muarcaldo, cancelliere del principe Boemondo di Taranto, e venne trucidato per difendere il suo popolo. Il suo successore decise di designare a protezione del paese un nuovo santo, un ecclesiastico coraggioso al pari di Alimberto: Tommaso Becket, vescovo di Canterbury.
Al santo, di cui Mottola conserva alcune reliquie nella chiesa di Santa Maria Assunta, ogni anno è dedicata una festa organizzata nel periodo natalizio, il cui fiore all'occhiello è sempre stata la rievocazione storica della vicenda umana di Becket. Forti delle sperimentazioni multimediali degli anni precedenti (il videomapping sulla facciata del Comune) per questa edizione, vincolata dalle restrizioni Covid, la storia dell'arcivescovo si è trasformata in uno storytelling digitale.
Così la chiesa nel centro storico del comune tarantino si è trasformata in una stanza immersiva di 12 metri di profondità, 6 di larghezza e 3 di altezza: in totale 162 metri quadri di animazione ed effetti (supportati da un impianto audio altamente performante) che raccontano in modo coinvolgente la vita e il martirio del Santo attraverso l'unico testimone oculare della sua uccisione.
Il progetto ripercorre attraverso voci e documenti l'assassinio, ne analizza in forma coinvolgente le motivazioni e, studiando la cronaca del tempo (la narrazione di Grim ma anche le molte testimonianze coeve), ne ricostituisce l'esatta scansione temporale.
All'episodio, che colpì immediatamente per la sua efferatezza, seguì la rapida canonizzazione dell'arcivescovo, avvenuta il 21 febbraio 1173 per volontà di papa Alessandro III a poco più di due anni dalla morte.
La regia della stanza di Becket è di Antonio Minelli che, in oltre trent'anni di attività, ha prodotto e diretto più di un centinaio di opere teatrali, organizzato e ideato festival, rievocazioni storiche ed eventi in Italia e all'estero. E, nel 2002, ha ricevuto nel 2002 la Medaglia d'Argento del Presidente della Repubblica per la didattica.
Oggi, per l'inaugurazione dell'iniziativa, tra le altre cose ci sarà anche un filo diretto con Canterbury, attraverso un dialogo a distanza con l'arciprete della storica cattedrale, Robert Willis. Sarà possibile poi fruire dell'esperienza immersiva sino al prossimo 10 gennaio (ad eccezione dei giorni in cui l'Italia è zona rossa), dalle ore 16 alle 20.30. L'ingresso è libero, occorre solo prenotarsi sul sito www.becket1170.it per garantire accesso a piccoli gruppi. L'iniziativa è dell'associazione Gli Araldi di San Tommaso Becket in collaborazione con il Comune di Mottola e la Chiesa Santa Maria Assunta. La realizzazione tecnica è della Compagnia Formediterre e di Full Service di Luigi Nardelli.