Giallo in odor di razzismo per il commissario Tanzarella

Giallo in odor di razzismo per il commissario Tanzarella
di Claudia PRESICCE
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Martedì 29 Dicembre 2020, 15:21

A molti individui o popoli può accadere di ritenere più o meno consapevolmente, che ogni straniero è nemico'. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come un'infezione latente scriveva Primo Levi. Una fotografia spiazzante, incisiva e purtroppo estremamente vera. Non è un caso che siano state proprio queste le parole scelte da Ettore Catalano per aprire la sua ultima opera narrativa.


Un'infezione latente di Catalano è l'ultimo atto delle storie del commissario Donato Tanzarella in servizio ad Ostuni, che questa volta si muove in una città addobbata con le luci delle feste per la notte di Capodanno. Chi ha visto almeno una volta l'incanto della Città Bianca nei giorni di Natale, sentirà i passi del commissario col pallino della letteratura rimbombare nei vicoletti ricolmi di luci bianche e fiori rossi, un luogo delle favole che qui però ha tutto un altro sapore. Se Catalano infatti nei primi libri dedicati alle indagini del suo Tanzarella si è occupato di inquinamento, di ambiente e di malavita con grandi organizzazioni criminali, in questa storia punta ancora dritto all'attualità più arida, quella in cui si predica che ogni straniero è nemico, in cui si coltivano bacilli infettivi di un odio che è spesso difficile riconoscere e interrompere. Ci arriva lo scrittore prima con fare sornione, e poi presto l'accusa a quella parte rognosa di società malata di quella infezione latente di cui parlava Primo Levi si fa diretta.


Già poco prima delle quaranta pagine compare in un interrogatorio un mezzo uomo' che alle domande degli inquirenti dà risposte indegne: tipo, davanti ad una donna poliziotto le femmine sono buone solo a una cosa. E se non bastasse, dopo aver definito con epiteti offensivi gli omosessuali, di un musicista di colore dice: buoni quelli, noi siamo un'altra razza e difendiamo i nostri valori cristiani e occidentali.


È chiaro che bastano poche righe perché il tono dell'attenzione si alzi: quanto ancora si potrà tollerare una società in cui è ammesso parlare così di altre persone? Una politica indegna che ha sdoganato atteggiamenti insulsi contro le presunte diversità è lo schiaffo peggiore alla storia recente. E non è un fenomeno solo italiano, si sa. Si fa necessario così nella scrittura letteraria scrivere di queste odiose recrudescenze razziste; xenofobia, antisemitismo, omofobia e misoginia e celodurismo sono la più triste delle sotto culture striscianti della contemporaneità, pozzanghere di odio dove sono state fatte artatamente confluire frustrazioni trasversali di ogni classe sociale, tra atteggiamenti violenti e i populismi più deteriori.


Il libro, pur essendo un semplice giallo, fa leva con intelligenza sulla realtà, raccontando di gruppi di disperati sociali che riesumano simboli nazisti, imbastiscono una balorda caccia all'ultimo arrivato, al diverso, all'immigrato, al nero, o all'altro scatenata negli ultimi anni da chi non sa e non vuole affrontare i reali problemi della società, dalla deriva della democrazia alla miseria crescente (anche culturale) fino alle nuove forme di sfruttamento nel mondo del lavoro, e tanto altro.


Un acuto Gianni Rodari, di cui quest'anno si è celebrato il centenario dalla nascita, scrisse molti decenni fa delle semplici sentite straordinarie parole: spiegatemi voi, dunque in prosa o in versetti, perché il Cielo è uno solo e la Terra è tutta a pezzetti. Ecco, bisogna ancora ripeterlo all'infinito che le divisioni tra gli uomini danneggiano l'umanità, generano tendenze individualiste ed egoiste e, prima o poi, spingono ad intonare un coro perverso di solitudine, aggressività, paura. Catalano, senza troppi giri di parole, dimostra contro tutto questo la forza di una squadra di lavoro unita (con alta percentuale femminile). Dopo un lavoro di cesello e intaglio Tanzarella e i suoi riusciranno a dipanare una doppia matassa, di cui daremo ora solo qualche cenno.
Il commissario Tanzarella la notte di Capodanno si trova ad indagare su uno strano incendio preceduto da un boato nella villetta di un'insospettabile famiglia di un imprenditore agricolo.

Lo raggiungerà sul luogo la magistrata di turno Anna Maria Gradella in rigoroso abito da sera per il veglione che sarà il suo riferimento nelle indagini. Presto però, dopo qualche ora, una nuova segnalazione battezzerà le prime ore del nuovo anno. Alcuni spari arrivati da contrada Paradiso, in una abitazione sulla strada per Ceglie Messapica, faranno scoprire i cadaveri di due uomini, uno di colore e l'altro bianco: sono nudi, con la fronte trapassata da un foro di proiettile. Arrivati i rinforzi con il ritorno dalle vacanze della vice commissaria Amalia Rivella partiranno le indagini più articolate dando il via alla storia.


Anche qui Catalano critico pugliese, studioso e docente di Letteratura italiana (alle università di Bari e del Salento, in cui ora è professore onorario), lascia che il suo commissario Tanzarella, protagonista e voce narrante dei romanzi, viva la sua esistenza utilizzando come primo nutrimento le sue letture. Così, proseguendo nella cifra distintiva dei suoi libri, trovano posto tra le pagine citazioni illuminanti e ben contestualizzate, da Primo Levi a Borges, Neruda, Stendhal, Balzac, Flaubert, Pirandello, Svevo, Magris solo per citarne alcune. È con una scrittura così, inzuppata di letteratura, cresce la forza di queste pagine.
 

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